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Cronaca Spinea

Veneto rosso, mamma di Spinea: «Avvisati con messaggino della chiusura delle scuole»

La donna: «Fino all'ultimo incertezza sui provvedimenti». Fino a Pasqua bambini e ragazzi a casa. Disagi per famiglie e attività. Boom di contagi in Veneto: si torna ai livelli della seconda ondata della pandemia

«Ci hanno avvisato tramite messaggio le scuole, sia quella elementare che la materna. Ma fino al pomeriggio non sapevamo dell'ufficialità dell'ingresso in zona rossa del Veneto, da lunedì, con tutte le scuole chiuse e la didattica a distanza fino a Pasqua». È sgomenta una mamma di Spinea, venerdì pomeriggio, che ha appena appreso da un messaggio sul cellulare come dovrà organizzare la settimana prossima, con i bambini a casa da scuola a causa dell'accelerazione della diffusione del Covid, negli ultimi giorni. «Ci avevano avvisato della possibilità di uno stop le insegnanti giorni fa, tuttavia siamo stati colti alla sprovvista lo stesso, forse per la modalità con cui siamo stati avvisati, da cellulare», afferma la donna.

Come previsto dalle nuove decisioni governative, il territorio regionale entra automaticamente in rosso se il parametro Rt, l'indice della diffusione del contagio, supera il valore 1,25. Il Veneto, già in fascia arancione dalla scorsa settimana, questa mattina, come anticipato dal governatore Luca Zaia in conferenza, aveva l'Rt a 1,28. Una situazione «sul filo del rasoio», come definita da Zaia giovedì, che aveva fatto presagire la possibilità di un aggravio delle restrizioni. Nel pomeriggio di venerdì le indiscrezioni di un passaggio in fascia rossa circolavano, senza però una comunicazione ufficiale in Tv o sui social, del tipo di quelle cui ci si era abituati con il governo precedente. Si è attesa quindi la conferma dai media della decisione del ministro della Salute, Roberto Speranza, arrivata nel pomeriggio inoltrato. Del resto neppure il presidente del Veneto Luca Zaia lo aveva dato per certo durante la consueta conferenza stampa delle 12.30 live su Facebook, da un anno riferimento per i veneti sull'andamento dell'emergenza Covid.

I contagi registrati nei bollettini Azienda Zero negli ultimi giorni hanno ripreso a crescere, come i ricoveri e le terapie intensive: le avvisaglie c'erano. Questa mattina, venerdì 12 marzo, il report indicava più di 1.400 contagi, e alle 17 oltre 600. Una situazione che riporta il Veneto ai livelli della seconda ondata. E occorre prevenire prima di veder crescere ulteriormente le cifre. Restano le difficoltà da affrontare per le attività, che ancora una volta si fermano con l'incertezza dell'ultimo minuto. Zaia ha chiesto che il governo di Mario Draghi dia un segnale di discontinuità nella rapidità dell'erogazione dei ristori e della concessione dei congedi parentali e dei bonus baby sitter per le famiglie.

«È un momento drammatico per il Paese, l’economia è allo stremo, molte piccole e medie imprese sono in ginocchio – dichiara Patrizio Bertin di Confcommercio Veneto – Dopo un anno di pandemia e oltre 100 mila morti pretendiamo i vaccini e gli indennizzi: i primi per cominciare a ripartire, i secondi per sopravvivere. Li chiediamo immediatamente, non calcolati sui codici Ateco ma sul fatturato perduto. Si tenga conto che molte imprese faticano anche ad avere credito dalle banche e questo è un altro elemento di crisi. Se lo Stato non eroga subito i sostegni, molte ne usciranno devastate».

«La misura dei congedi parentali, peraltro retribuiti solo al 50%, è spesso incompatibile con le esigenze organizzative di piccole e medie imprese, o comunque con la programmazione finanziaria della stessa famiglia - commenta il consigliere regionale veneto di Fratelli d'Italia Enoch Soranzo - chiederò al presidente Luca Zaia di far presente questo problema in uno dei prossimi tavoli con il governo. Ad un anno dal primo lockdown, da questo governo ‘dei migliori’, mi aspetto un po’ più di attenzione e di rispetto nei confronti di lavoratori e famiglie».

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