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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Jesolo

Il mese nero della ristorazione del Veneto Orientale: a dicembre persi 35 milioni di euro

L'allarme lanciato da Confcommercio San Donà-Jesolo, in base ad uno studio effettuato dal proprio centro studi

È un bilancio pesante quello che fa registrare il comparto della ristorazione del Veneto Orientale: secondo il centro studi di Confcommercio, nel solo mese di dicembre, la perdita complessiva di fatturato supera i 35 milioni di euro.

Ristoranti in Veneto Orientale: perdite per 35 milioni di euro

I mandamenti di San Donà di Piave e Portogruaro, che insieme formano il territorio del Veneto Orientale, conta poco più di 1200 pubblici esercizi aperti tutto l’anno dedicati alla somministrazione di alimenti e bevande. Di questi:

  • una sessantina ha un fatturato annuo fino i 250mila euro
  • una quarantina un fatturato un fatturato compreso tra i 250 ed i 500mila euro
  • 35 con fatturato compreso tra i 500mila e il milione di euro
  • una ventina con fatturato tra 1 e 2,5 milioni di euro
  • 5 con fatturato tra 2,5 e 5 milioni di euro
  • 1 azienda (a Jesolo) con fatturato compreso tra i 10 e i 25 milioni di euro.

Emergono anche altri dati interessanti, come ad esempio il fatto che le attività di somministrazione a San Donà di Piave siano 224, mentre sono 215 a Caorle, 471 a Jesolo, 220 a Bibione, 140 a Portogruaro. Analizzati questi dati, è emerso come la perdita stimata per il mese di dicembre sia stata, per il mondo della ristorazione del Veneto Orientale, di non meno di 35 milioni di euro. «Sulla base di questi dati - ha esordito il presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo Angelo Faloppa - è stato possibile fare una fotografia reale di quanto sono costate, in termini di fatturato, le restrizioni, causate dalla pandemia, in un mese, come quello di dicembre, che ha sempre rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno per il comparto. Naturalmente la nostra associazione mette sempre la salute prima di ogni altra cosa; ma non si può prescindere dalla situazione economica, che significa anche salvaguardia di decine di imprese e di centinaia di posti di lavoro”.

Alberto Teso, delegato Confcommercio del Comune di Jesolo, ha spiegato che si deve stigmatizzare l'atteggiamento di chi, senza avere numeri e rappresentatività territoriale, rende pubbliche delle analisi prive di fondamento. «Dicendo numeri un po’ a casaccio - ha detto - non si fa che creare confusione e cagionare danni in un momento in cui sono necessarie stime reali per ottenere concreti ristori».

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