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Cronaca

In Veneto crollati i prestiti a partite iva: meno 35,7% rispetto a dieci anni fa

Il quadro è fornito dalla Cgia di Mestre. A farne le spese sono artigiani, commercianti e lavoratori autonomi

Continuano a diminuire i prestiti bancari anche alle piccole e micro imprese venete. Tra il 2021 e il 2022 gli impieghi vivi alle aziende con meno di 20 addetti sono scesi di 821,2 milioni di euro (-6,2 per cento). Lo stock complessivo dei prestiti erogati a questo segmento di aziende è passato da 13,1 a 12,3 miliardi di euro. Si tratta della liquidità somministrata dagli istituti di credito alle imprese di piccolissima dimensione. Una platea di esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi. L’elaborazione è stata realizzata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

L'associazione ravvisa come sia un problema non di poco conto. «Queste micro realtà, tradizionalmente sotto capitalizzate e a corto di liquidità, da tempo non sono più appetibili commercialmente dal sistema bancario. - spiegano - Pertanto, la stretta creditizia venutasi a creare  ha contribuito a diminuire in misura significativamente preoccupante il numero delle botteghe e dei negozi di prossimità presenti anche in Veneto». Una scia di chiusure iniziata molto tempo fa che, purtroppo, si sta ritorcendo contro le famiglie, che vedono peggiorare la qualità della vita dei luoghi in cui vivono, ma anche contro gli istituti stessi, che hanno perso correntisti e non trascurabili quote di mercato.

Il calo dei prestiti bancari anche alle piccolissime imprese venete è comunque un fenomeno che è iniziato un decennio fa e si è interrotto solo nel biennio 2020-2021. Questa breve inversione di tendenza è avvenuta con il governo Conte bis che, all’indomani dello scoppio della pandemia, istituì un Fondo di garanzia pubblico per promuovere la liquidità alle Pmi colpite dall’emergenza covid.

La situazione a livello regionale

I dati sono i seguenti: se a settembre 2012 gli impieghi vivi alle imprese con meno di 20 addetti ammontavano a 19,7 miliardi, nello stesso mese del 2022 la quota è scesa a 12,6 miliardi. In termini assoluti la caduta in Veneto è stata pari a 7 miliardi. In termini percentuali, invece, del 35,7 per cento; addirittura 10 punti in più della media nazionale. Questo “tonfo” è ascrivibile, in particolar modo, alla scomparsa delle due grandi banche popolari (Veneto Banca e Popolare di Vicenza) e alle traversie che hanno vissuto alcune banche di credito cooperativo presenti nella nostra regione.

Il quadro provinciale

A livello provinciale le situazioni di maggiore criticità si sono registrate a Treviso, Padova e Vicenza. In questo ultimo decennio nella Marca la contrazione è stata del 37,6 per cento (-1,4 miliardi di euro di prestiti erogati alle piccolissime imprese), nella provincia euganea del 40,6 per cento (-1,7 miliardi di euro), mentre in quella berica addirittura del 43,3 per cento (-1,2 miliardi).

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