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Cronaca Dolo / Via Sambruson

La villa della Riviera che non c'è più: il tornado l'ha disintegrata

Enormi danni tra Sambruson e Mira. Due parrucchiere salve per miracolo: "Pensavamo di morire". Uomo colpito al torace. Caos traffico

C'era una villa, ora non c'è più. Non è un eufemismo. Rimane solo un grosso cumulo di macerie che toglie il fiato. La distruzione che il tornado ha portato con sé nei confronti di villa Piva-Fini, in via Riviera del Brenta 21, è qualcosa di indescrivibile. Non è danneggiata, è disintegrata. E' forse il simbolo più eloquente della potenza della natura. Giovedì pomeriggio su quel cumulo di macerie attraverso cui si intravedevano sanitari, specchi e quant'altro, si aggiravano i proprietari in cerca di recuperare il possibile.

L'edificio sorge al confine tra il territorio di Mira e Dolo. Ma il territorio della devastazione è unico: dove è passato il ciclone e i venti a oltre 300 chilometri all'ora si è salvato veramente poco: "Non posso che essere emotivamente coinvolto - dichiara Danilo Caprone, il liquidatore della villa - La villa è storica, e il suo valore immaginate quanto possa essere. Ho fatto diversi sopralluoghi qui per lavoro, ora vederla in questo stato è qualcosa di incredibile". Non si è salvato nulla. In tutto questo, però, c'è stato un piccolo miracolo: la famiglia che si trovava al suo interno era uscita da appena dieci minuti. Dopodiché è arrivato il tornado che, a giudicare da ciò che ha combinato, avrebbe potuto causare una carneficina. Danni anche alla villa Ducale (due negozi) e villa Mocenigo. Anche due altre dimore storiche portano i segni del tornado. L'istituto Ville Venete ha già stanziato un milione di euro, ma sarà sicuramente insufficiente per tornare al passato.

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Sulla statale Padana intanto il traffico era completamente nel caos, tra auto e moto che transitano nel mezzo di uno scenario da post bombardamento. Si lavora per tornare alla normalità, ma alcune abitazioni dovranno con ogni probabilità essere buttate giù per sicurezza. Via Tito, al di là del Naviglio, è praticamente stata rasa al suolo. Lì si trovava anche il titolare di un alimentari sorpreso dal ciclone e ora all'ospedale di Padova per un grave trauma toracico. E' stato colpito da qualcosa durante la tempesta. Un altra persone è stata scaraventata contro un muro mentre si trovava in auto.

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Decine le attività in ginocchio, come quella di due parrucchiere che hanno fatto appena in tempo a rifugiarsi nella sala d'estetica. Mentre la vetrina scoppiava e i vetri volavano in ogni dove. Giovedì pomeriggio anche loro erano con la scopa e la pala in mano per liberare l'area antistante l'esercizio dai detriti. Stesso destino poco più in là anche per un panificio che dà sulla statale. Alcuni giovani non hanno aspettato l'arrivo delle autorità per riimboccarsi le maniche: "Siamo veneti - dichiara una delle due parrucchiere - Siamo bravi a farlo. Ho pensato di morire. Ho pensato che non ce l'avrei fatta. Abbiamo cercato di aprire la porta perché si apriva in continuazione ma quando abbiamo visto che le vetrine stavano per esplodere ci siamo rifugiate all'interno della stanza dedicata all'estetica". "E' tutto distrutto - commenta la socia -  Qui c'erano tre clienti, ci siamo salvate per miracolo. Non sappiamo nemmeno come possiamo essere tutti vivi. Ci siamo trovate senza niente. Siamo disperate. La forza della natura ti distrugge. Speriamo che qualcuno ci dia una mano, come la Regione o lo Stato. Perché sennò - conclude - non sappiamo come fare".

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I danni sono ingenti – dichiara l’assessore all'Urbanistica Cristiano Corazzari, che ha effettuato un sopralluogo soprattutto riguardante l'inestimabile patrimonio delle ville venete –  e in alcuni casi irrecuperabili, sia ai complessi monumentali, sia ai parchi e alla loro vegetazione storica. Insieme ai responsabili e ai tecnici dell’Istituto regionale provvederemo ad una accurata ricognizione e a mettere in essere tutte le misure più efficaci per ripristinare un patrimonio artistico unico al mondo. D’intesa con il presidente della Regione Luca Zaia e l’Istituto Ville venete proponiamo di destinare risorse per finanziare un apposito bando, già peraltro operativo da qualche anno, al fine di poter intervenire a supporto delle dimore danneggiate dalla calamità naturale, fornendo tutto l’aiuto possibile agli interessati, anche per le procedure di messa in sicurezza e di quantificazione del danno”.

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