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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Castello / Via Giuseppe Garibaldi

Venezia al lavoro dopo la grande acqua alta

Negozianti, baristi, librai. E tanti volontari, soprattutto ragazzi. Tutti si danno da fare, mentre si contano i danni e ci si prepara al maltempo in arrivo

Quanta laboriosità, a Venezia. Conviene muoversi perché il maltempo per ora se n'è andato, è stata una giornata soleggiata e tutti puliscono, asciugano, svuotano, buttano. La seconda acqua più alta di sempre ha lasciato la città con danni enormi e c'è tanto da sistemare. In attesa della prossima perturbazione, che potrebbe portare di nuovo la marea a livelli eccezionali. Ma non ci sono alternative, bisogna darsi da fare per sopravvivere.

Nella libreria Acqua Alta, a Santa Maria Formosa, centinaia di libri sono andati persi, così come stampe, oggetti, riviste. «Stiamo in piedi grazie al buon cuore di questi ragazzi. Si sono attivati in gruppi, sono in giro per la città e aiutano tutti. In momenti così, questa solidarietà ti salva la vita». Sono ragazzi delle superiori, ma anche universitari e abitanti in generale. Sono ovunque, tutta la città è un formicaio di persone che si spostano aiutando dove c'è bisogno. Le scuole sono chiuse, ma molti studenti ci vanno comunque per dare una mano a sistemare. Fuori dal liceo Guggenheim, vicino a campo Santa Margherita, c'è il musicista-bidello Skardy che si prende una pausa: «Siamo al lavoro, asciughiamo, ci sono anche i ragazzi. È stato un disastro, non c'è modo di fermare l'acqua che sale». E il Mose? «Non funzionerà mai. Tutta 'na magnarìa». Molti volontari sono passati, ad esempio, alla libreria Goldoni, in zona Rialto, dove sono andati sott'acqua volumi, articoli e giochi. C'è stata anche una svendita di merce rovinata, tutto esaurito in poche ore.

I veneziani al lavoro dopo l'acqua alta

La marea ha raggiunto ogni angolo della città ma le ondate più violente si sono abbattute su San Marco, riva Sette Martiri, Sant'Elena, via Garibaldi. Michele ha una gelateria in riva e racconta di aver messo un frigorifero a terra, di traverso, per arginare la marea. «Dovevo salvare il banco dei gelati», spiega. Nelle vicinanze, vaporetti Actv e barche sono stati scaraventati a riva dall'impeto delle onde. In via Garibaldi negozi e bar sono ancora quasi tutti inattivi, così come la Coop. I dipendenti portano fuori merci e attrezzatura, lavano tutto con acqua dolce. Qui martedì sera la calle era un fiume in piena, è andato tutto sott'acqua e gran parte dei macchinari e della merce è inutilizzabile. Walter Mutti ha fatto un appello chiedendo aiuto per ricostruire la sua edicola in Fondamenta delle Zattere, spazzata via dal maltempo. Sul fronte trasporti, restano fuori servizio alcuni approdi Actv del Lido, uno dei due dei Giardini, l'Arsenale, San Zaccaria Danieli, San Marco Vallaresso, Madonna dell'Orto e Murano Navagero. Sospese le linee 6 e 10.

L'acqua non arriva solo dall'esterno ma sale e entra da ovunque, dai tombini, dalle fessure. In campo Santa Maria Mater Domini, Luca e Michele gestiscono la tipografia Ellemme da trent'anni. «Abbiamo macchine molto antiche, di valore inestimabile. Non sappiamo ancora se siano recuperabili, abbiamo paura di non poter più andare avanti con l'attività». Anche perché nessuno era pronto a un evento del genere. Francesco del bacaro Adriatico Mar ricorda: «Noi tiravamo tutto su, ma l'acqua continuava ad arrivare. Ci eravamo preparati per 160 centimetri, ma non così. Si sono salvati i frigoriferi con il motore in alto». I commercianti indicano a che altezza arrivava l'acqua l'altra sera. Al ginocchio, alla coscia. «Mai vista una roba così». Aspettano che le macchine si asciughino completamente per capire se sono ancora utilizzabili. Sono fuori uso i computer negli uffici e nelle banche, gli atm. In giro per la città si trovano elettrodomestici inservibili. Gli addetti di Veritas lavorano freneticamente, recuperano quintali e quintali di spazzatura e merce buttata.

La fondazione Querini Stampalia ha comunicato che il patrimonio librario è rovinato: «35 metri lineari di miscellanee di fine ‘800 dovranno essere urgentemente sottoposte a trattamenti di conservazione, altri 600 metri lineari circa di pubblicazioni della biblioteca moderna e periodici sono stati completamente sommersi». La fragile basilica di San Marco soffre: oltre un metro d'acqua all'interno ha rovinato mosaici, pavimenti e colonne. Le opere e le collezioni dei Musei Civici, invece, non hanno subìto danni: la situazione più critica si è registrata a Ca' Pesaro, dove c'è stato un principio d'incendio (subito domato dai pompieri) che ha richiesto il puntellamento di un pianerottolo di collegamento tra piano terra e il primo piano. Correr, Torre dell'Orologio, museo del vetro e del merletto sono aperti, mentre palazzo Ducale riapre venerdì (forse). Chiusi fino a sabato Ca' Pesaro, Ca' Rezzonico, Palazzo Mocenigo, Casa di Carlo Goldoni, Palazzo Fortuny e museo di storia naturale. Gli spettacoli del Teatro La Fenice sono cancellati fino a domenica. Gli albergatori stanno ricevendo molte richieste di cancellazione e l'associazione rassicura che negli hotel la situazione sta tornando alla normalità: «Si è lavorato giorno e notte e tutto funziona regolarmente, le principali attrazioni della città sono aperte». Non proprio, perché sono previste altre maree attorno ai 140 centimetri e quindi San Marco potrebbe essere ancora impraticabile, così come altre aree a rischio. Per non parlare dei trasporti.

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