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Cronaca

SerD territorio solo degli italiani: "Stranieri-droghe? Si nascondono"

Il rapporto dell'Ulss 12 sulle dipendenze: nel 2013 aiutati soprattutto maschi lavoratori con bassa scolarizzazione: "Prevenzione necessaria"

Più uomini che donne, di scolarità molto bassa, quasi tutti italiani: è questa la fotografia degli utenti dei SerD di Venezia e Mestre. Il nuovo Rapporto dell’Osservatorio locale delle Dipendenze patologiche, appena pubblicato dell’Ulss 12, aiuta a comprendere chi sono gli utenti del territorio con problemi di dipendenza, evidenziando continuità (eroina, cannabinoidi e cocaina restano, nell’ordine le sostanze più usate) ma anche nuove dimensioni sociali.

Molti più uomini che donne. Colpisce in primo luogo, marcatissimo, il rapporto tra i due generi, drasticamente sbilanciato verso i primi, specie a Mestre. Al SerD della Terraferma sui 698 utenti complessivi nell’anno 2013, infatti, il rapporto è di 6 a 1: sono stati 600 gli utenti uomini, e solo 98 gli utenti donna. A Venezia il rapporto è di 4 a 1: si sono rivolti al SerD 346 uomini e solo 90 donne sui 436 utenti totali.

Scolarità molto bassa. Marcatissimo anche il rapporto tra dipendenza e scolarizzazione: spicca infatti, sia a Mestre che a Venezia, la bassa scolarità degli utenti. A Mestre sui 406 utenti del Serd di cui è noto il percorso scolastico, solo 8 sono laureati, e solo 60 hanno un diploma di maturità; sono ben 299, cioè il 75%, gli utenti che hanno solo la licenza media o di scuola professionale, mentre altri 40 utenti hanno conseguito la sola licenza elementare. A Venezia, dei 416 utenti di cui è noto il percorso scolastico, i laureati sono 2 e 41 sono i possessori di un diploma di maturità; sono ben 340 (cioè l’82%) gli utenti che hanno la licenza media o di scuola professionale, e 32 sono gli utenti in possesso della sola licenza elementare.

Tanti gli utenti che hanno un lavoro. Gli estensori del Rapporto sottolineano come inatteso il dato sulla condizione professionale degli utenti dei due SerD: “I dati disponibili – si legge nel rapporto – evidenziano, contrariamente a quanto si riteneva in passato, che le persone occupate stabilmente o saltuariamente, sono più numerose dei disoccupati”. La dipendenza, quindi, convive in molti casi con un’attività lavorativa: dei 369 utenti del SerD di cui si conosce la condizione professionale, a Mestre 205 hanno un lavoro mentre 164 sono disoccupati; a Venezia, su 364, 197 risultano occupati contro 167 disoccupati.

Quasi tutti italiani. Ma gli stranieri? Al SerD di Mestre e di Venezia si rivolgono utenti per la stragrande maggioranza italiani. A Mestre, sui 698 utenti che hanno avuto accesso nel 2013, ben 665 sono cittadini italiani; a Venezia, su 436 utenti totali, ben 428 sono utenti di cittadinanza italiana. “L’accesso al servizio – si legge nel rapporto – è appannaggio semi-esclusivo dei connazionali: ridottissima la presenza di altri cittadini ‘comunitari’, nonché dei cittadini extracomunitari”.  Certamente però sono presenti sul territorio persone con dipendenze di origini straniere: le si intercetta con il lavoro di “riduzione del danno”: “Il progetto di ricerca e contatto delle persone straniere – si legge – grazie anche alla presenza del mediatore, sta facendo emergere le persone consumatrici che non si rivolgono ai servizi a causa della loro condizione spesso di irregolarità, e per questo più a rischio di altre”.

Significativi, quanto alla presenza di stranieri con problemi di dipendenza, i dati degli accessi al servizio del Centro Diurno Drop In nel 2013: i 531 utenti di dividono in modo pressoché perfetto tra italiani (266) e stranieri (265). Tra gli stranieri al Drop In, il 60% degli uomini proviene dal Nord Africa, in gran parte dalla Tunisia, mentre il 30% proviene dall’Europa dell’Est, in particolare dalla Romania.

Il lavoro, molto ampio, sottolinea come sia necessario proseguire le attività di carattere preventivo, sia di generale sensibilizzazione, sia rivolte personalmente agli individui ad alto rischio, con l’obiettivo di aumentare la percezione del rischio connesso al consumo di sostanze psicoattive, diventando consapevoli delle proprie emozioni e maggiormente capaci di gestirle. Soprattutto per gli utenti più giovani è imprescindibile il coinvolgimento dei genitori sia a scopo preventivo che di sostegno, con la finalità è di incrementare le competenze educative e aiutarli a ridefinire il loro ruolo, per sostenere e sviluppare i fattori protettivi specifici familiari.

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