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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mestre Centro

Massacro di Mestre, forse premeditazione? La sega elettrica era nuova di zecca

Riccardo Torta, secondo gli inquirenti, sarebbe stato lucido mentre trucidava la sua vittima. Conscio del suo atroce delitto. Lunedì davanti al giudice per l'interrogatorio di convalida

Un omicidio premeditato? Come riportano i quotidiani locali, il terribile massacro di via Ca' Venier di venerdì pomeriggio, quello che ha visto la 78enne Nelly Pagnussat vittima impotente del suo aguzzino, potrebbe essere stato studiato nei dettagli. O almeno questo è quanto fanno pensare alcuni dettagli non trascurabili. In primis, la sega elettrica utilizzata da Riccardo Torta per sezionare l'anziana dopo averla trucidata con un martello. L'arnese utilizzato per sbarazzarsi, con ogni probabilità, più rapidamente del corpo era infatti nuovo di zecca, mai utilizzato prima.

UCCISA CON UN MARTELLO, HA CERCATO DI RIPULIRE LA SCENA

L'assassino secondo gli inquirenti non era dedito ad alcuna attività di bricolage o fai da te, e quindi l'acquisto della sega desta non pochi sospetti. Specie per una persona che era solita trascorrere le proprie giornate girovagando in bici e passando da un locale all'altro. A corroborare l'ipotesi della premeditazione, poi, il telo di nylon utilizzato dal carnefice per non sporcare il pavimento durante il massacro. E gli stracci con i quali ha cercato di ripulire tutti i residui di sangue. Quello che sembra emergere, quindi, è un agire molto lucido, forse poco appropriato per un malato di mente, attualmente in cura al Centro di salute mentale dell'Ulss 12. Ed è proprio per questa ragione che gli inquirenti, nelle loro indagini, non hanno tenuto conto, almeno per il momento, dei problemi psichiatrici dell'indagato.

Lunedì mattina Torta comparirà davanti al giudice per l'interrogatorio di convalida. Attualmente è rinchiuso in una cella d'isolamento nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore, con l'accusa di omicidio volontario aggravato da crudeltà. E la sua posizione potrebbe ulteriormente aggravarsi a seguito dell'esito dell'autopsia disposta dal pm Laura Cameli sul corpo della vittima.

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