Condanna a 1 mese e risarcimento provvisionale di 5mila euro al paziente (il danno complessivo sarò quantificato successivamente), con le attenuanti generiche che compensano la contestata aggravante. È quanto stabilito dal giudice mercoledì per un dentista 60enne, R.P., residente a Chioggia e domiciliato a Teolo (Padova): i fatti contestati risalgono al 2010 e sono avvenuti nello studio del professionista situato a Sottomarina.

S.B., all'epoca 28enne e colpito da una rara sindrome che comporta l'indebolimento delle ossa, fu sottoposto a un intervento di estrazione di un dente che ebbe gravi complicanze, ovvero - si legge nella citazione a giudizio - la "perdita di un molare (e probabilmente di un secondo), da cui è derivato un indebolimento permanente della masticazione", nonché una "grave perdita di tessuto osteogengivale", ovvero la formazione di una fistola oro-sinusale.

Conseguenze che sono state inquadrate nel reato di lesioni personali gravi, perché resero il paziente incapace "di attendere alle normali occupazioni" per un periodo superiore a 40 giorni. Questo, sempre secondo l'accusa, a causa di "negligenza, imprudenza e imperizia professionale" da parte del dentista, a cui oltretutto è contestata l'inadeguatezza delle contromisure decise una volta che si sono manifestate le complicanze: soprattutto, il professionista avrebbe "omesso la prescrizione di trattamento antibiotico".

Per la difesa dell'imputato le complicanze potrebbero invece essere dovute alla stessa malattia di cui il paziente era affetto, che pure provoca l'erosione delle ossa. Per questo sono state eseguite diverse perizie mediche, che però, a quanto pare, non hanno portato a un risultato univoco. Anzi, secondo l'avvocato difensore, Chiara Fenzo, i cinque pareri degli altrettanti periti nominati sono tutti diversi l'uno dall'altro.