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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Tronchetto

Actv: stipendi salvi, per ora. «Ora trattare per un accordo definitivo». Critica la Cgil

Riavvio del tavolo con il ministero in settimana. L'azienda: «Anche se non ci sono le condizioni economiche, il nostro è un gesto per mantenere un clima di collaborazione». Soddisfatto quasi tutto il fronte sindacale. La parola alle Rsu

La disdetta della parte economica dell'integrativo non ci sarà, per ora. Actv non tocca gli stipendi come doveva accadere dal primo ottobre e riapre il dialogo con le parti sociali. Ieri il Gruppo si è seduto al tavolo con le parti sociali al  Tronchetto con l'intenzione di ricominciare a trattare per giungere questa volta a un integrativo nuovo e completo, senza step intermedi, ovvero gli accordi-ponte per arrivare al 2023 che in due occasioni, l'ultima quella del referendum del 10 e 11 agosto scorso, sono stati bocciati dai lavoratori. 

Se le condizioni economico-finanziarie dovessero però peggiorare questo renderebbe impossibile mantenere intatte le indennità, ha sottolineato l'azienda. Soddisfatto quasi tutto il fronte sindacale. La sigla più critica è la Filt Cgil, che ritiene «poco affidabile» questo impegno. «Se non vengono toccati i soldi al primo ottobre, questo può succedere il 2 o il 3», afferma il segretario Valter Novembrini. Il direttore Avm Actv Giovanni Seno ha detto che il 2021 sarà un anno peggiore del 2020 per i conti economici perché le entrate dei biglietti turistici non saranno sufficienti a far rientrare i conti e si prevedono, ad oggi, circa 73 milioni di euro di mancati ricavi dai titoli di viaggio, rispetto al 2019. Ma questo gesto per il Gruppo è la via per mantenere un clima di collaborazione. E in ogni caso, salvo il raggiungimento di un nuovo accordo integrativo di Gruppo (normativo e monetario) l'azienda in qualsiasi momento può continuare la disdetta della parte economica, che va comunque rivista al più tardi entro il 30 giugno 2022 (data in cui scade l’affidamento del servizio in house).

L'obbiettivo resta quello di raggiungere un accordo definitivo e superare la stratificazione di oltre 1.300 accordi accumulati negli anni, dice il direttore. In settimana riparte anche il tavolo istituzionale, con il ministero dei Trasporti e la Regione. «Servono risorse economiche per il riconoscimento della specificità veneziana - sostiene la Fit Cisl - e il confronto è volto anche a dare risposte concrete di sollievo alle condizioni attuali dei lavoratori. Per questo auspichiamo che la Rsu si riappropri del suo ruolo istituzionale di rappresentanza e contrattazione. Visti gli sforzi messi in campo per cercare di salvaguardare i lavoratori, speriamo in un'immediata ripresa del confronto e in un positivo esito della vertenza».

Difficilmente, ha detto l'assessore alle Società Michele Zuin al tavolo, nei prossimi anni si potranno avere incassi come quelli pre-pandemia, e questo coinvolgerà anche il tema del costo del personale, che dovrà essere in linea con le altre realtà e coerente con i parametri ministeriali dei costi standard. Azienda e Comune hanno chiesto massimo senso di responsabilità in questa riapertura delle trattative. «Riuniremo tutte le Rsu e vedremo se c'è una posizione unitaria per tornare a discutere dell'integrativo - commenta Novembrini - Prima vorremmo sapere che tipo di servizio l'azienda intenda erogare, i chilometri, le ore moto, il personale. Se l'intenzione è quella di avere nel 2022 un livello uguale a quello del 2021, che non ha risposto alla domanda di trasporto pubblico della città, non vedo su che basi trattare. Innumerevoli i disagi subiti da utenti e lavoratori. E per l'azienda sono inesistenti, mentre quadri e dirigenti si distribuiscono gli obbiettivi». «Positiva la decisione dell'azienda sulla parte economica - afferma Alberto Cancian di Usb Lavoro Privato - Per il resto discuteremo punto per punto l'accordo, restando fermi sul "No" a un ridimensionamento del Gruppo e a favore dell'immediato avvio del turn over del personale».


 

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