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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Dieselgate, a Venezia udienza per la class action contro Volkswagen

L'associazione chiede che l'azienda sia condannata al risarcimento di tutti i danni. Mercoledì il giudice si esprime sull'ammissibilità dell'azione

Emissioni "bugiarde", ore decisive per la class action contro Volkswagen: mercoledì il giudice si pronuncia al tribunale di Venezia sul caso sollevato da "Altroconsumo", valutando l’ammissibilità o meno dell'azione collettiva intentata contro la casa automobilistica tedesca, accusata di aver dichiarato consumi inferiori rispetto a quelli reali. "La denuncia e la diffida - spiega Altroconsumo - sono il primo passo che l’organizzazione dei consumatori ha compiuto verso il ristabilire la veridicità dei fatti e restituire quanto tolto indebitamente. Uno scenario che presenta il colosso automobilistico tedesco poco trasparente nei confronti dei consumatori".

L'organizzazione di consumatori chiede dunque che Volkswagen sia condannata al risarcimento dei danni: conti alla mano, ipotizzando una percorrenza annua di 15mila chilometri, si tratta di 502 euro per ogni possessore. L'associazione ha messo alla prova in laboratorio specializzato una Golf Volkswagen 1.6 TDI BM, 77KW, confrontando i risultati relativi ai consumi di carburante con i dati dichiarati dalla casa automobilistica tedesca: è emerso che i consumi e le emissioni di CO2 erano più alti del 50%, producendo così false aspettative nei consumatori, una pratica commerciale scorretta ammessa dalla stessa Volkswagen. La class action ha già raccolto 7863 pre-adesioni..

Secondo Altroconsumo un ruolo importante dovrebbe essere scvolto anche dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, per effettuare verifiche in Italia ed adottare dei cicli di omologazione per misurare in modo efficace le emissioni e i consumi delle auto. Insomma, il "Dieselgate" è appena cominciato e gli sviluppi potrebbero ancora essere parecchi. Oltretutto martedì 3 novembre Volkswagen ha diffuso un comunicato in cui per la prima volta nel corso dello scandalo si parla anche di un motore a benzina, il 1.4 dotato del dispositivo ACT (Active Cylinder Technology).

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