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Cronaca

Niente più termometri per celebrare le esequie: «Difficile per le parrocchie procurarli»

Partecipazione di 15 persone al massimo ai funerali, con dispositivi e distanziamenti. «Al momento della comunione il ministro si disinfetti le mani con disinfettante alcolico»

Tempi e modi di ripresa delle funzioni religiose: ne ha discusso sabato mattina il patriarca di Venezia Francesco Moraglia con i vicari e i direttori degli uffici di curia, in videoconferenza. Per la ripresa in sicurezza della celebrazione delle esequie era stato comunicato ai parroci, agli amministratori parrocchiali e ai rettori delle chiese, che la Diocesi stava provvedendo ad ordinare termometri digitali, necessari per controllare la temperatura corporea delle persone partecipanti alle cerimonie.

Le precisazioni

Sempre sabato sera, la segreteria generale è stata invitata dal presidente del Consiglio a partecipare a Palazzo Chigi a un incontro con i membri del comitato tecnico scientifico in cui è stata fatta presente “l’oggettiva complessità per le parrocchie” di dotarsi degli strumenti necessari per la rilevazione della temperatura corporea, al momento tra l’altro difficilmente reperibili sul mercato, che nelle indicazioni di giovedì scorso, 30 aprile 2020, erano stati perentoriamente posti come condizione necessaria per la partecipazione alla celebrazione. Il confronto ha fatto sì che venisse accolta la richiesta di superare la relativa indicazione.

L'eucarestia

Da lunedì 4 maggio 2020, sono dunque consentite “le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino ad un massimo di 15 persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Al momento della distribuzione della comunione eucaristica, "il ministro innanzitutto si disinfetti accuratamente le mani con disinfettante alcolico, indossi la mascherina, distribuisca la comunione evitando che i fedeli si muovano dal posto, si disinfetti nuovamente le mani col disinfettante alcolico, tolga la mascherina e proceda alla purificazione dei vasi sacri".

Temperatura corporea

I parroci sensibilizzino “i fedeli a porre la massima responsabilità per non esporre sé stessi e altri a eventuali contagi”, facendo “l’esplicita richiesta di rimanere a casa a quanti presentano una temperatura corporea oltre i 37,5 °C, di non accedere alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali in presenza di sintomi di influenza o quando vi sia stato contatto con persone positive a coronavirus nei giorni precedenti”.

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