Trafficavano in rifiuti pericolosi, un'intera famiglia finisce nei guai
Padre e figlio ai domiciliari, madre e fratello con obbligo di residenza. Accumulavano e vendevano a pezzi elettrodomestici e auto da buttare
Continua la “guerra dei rifiuti” in provincia. A finire nei guai per traffico di materiali pericolosi questa volta è stata un'intera famiglia, che tra Noventa e Fossalta di Piave avrebbe allestito numerose discariche abusive, poi scoperte dai carabinieri e dalla forestale.
IL CASO – A finire, stando a quanto riporta la Nuova Venezia, ai domiciliari sono stati il capofamiglia e suo figlio, mentre la moglie e l'altro figlio sono stati condannati all'obbligo di residenza nel comune dopo che il ricorso del loro avvocato è stato respinto. Il padre, pensionato, era già in un’altra occasione rimasto coinvolto in una vicenda simile: ad avere una licenza per il commercio di ferro risulta essere invece il figlio. Nelle discariche che la famiglia aveva allestito negli spazi all’interno di un’ex falegnameria a Fossalta e in un cortile sotto alcuni appartamenti che marito e moglie accusati sostengono essere di loro proprietà a Noventa, gli uomini della Procura di Venezia avrebbero trovato elettrodomestici, materiali ferrosi e persino sette rottami di automobili con ancora le batterie piene di liquido.
IN TRIBUNALE - I giudici veneziani hanno respinto il ricorso dopo aver valutato prove e indizi raccolti dai rappresentanti della Procura e dopo aver ascoltato le tesi della difesa, secondo cui non c’erano le condizioni per emettere i quattro provvedimenti cautelari, visto che nei due luoghi indicati la situazione è tale da almeno due o tre anni. In secondo luogo, avrebbe spiegato l'avvocato della difesa, il materiale non va considerato come “rifiuti pericolosi” ma come auto, elettrodomestici e altro che la famiglia comprava (anche ad aste giudiziarie) per vendere. Gli indagati devono rispondere anche di minacce rivolte nei confronti di un’altra famiglia che contesta la proprietà degli immobili.