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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

«No al trasferimento della casa di comunità al Civile». Ulss 3: «Così questo ospedale si riqualifica»

Il presidio dei movimenti, dei partiti e dei cittadini all'ex Giustinian. «Qui chiudono tutto». L'azienda sanitaria: «Resteranno il consultorio, il servizio dipendenze e quelli sociali»

«Ci siamo accorti che la Casa della comunità (per la presa in carico della salute e del benessere delle persone, come da Pnrr) anziché essere realizzata al Giustinian, già sede dei servizi sociosanitari dell'Ulss 3, verrà trasferita al Civile tramite un restauro che riguarda la parte conventuale dietro alla chiesa dei Mendicanti. Si approfitta del Pnrr per chiudere l'ex ospedale e portare tutto all'interno del Civile». Così ha esordito questa mattina Salvatore Lihard, del Movimento per la difesa della salute pubblica di Venezia, al presidio organzzato davanti all'ex ospedale Giustinian di Dorsoduro. «Ulss, Regione e Comune vogliono trasferire i servizi fino alla chiusura definitiva del Giustinian, struttura fin troppo appetibile per utilizzi alberghieri o terziari». Con il Movimento anche il sindacato dei pensionati, i consiglieri comunali Sara Visman (M5S) e Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme!), ed Enzo Castelli in rappresentanza del gruppo Verde e Progressista.

Le richieste

C'è anche Arturo Lorenzoni alla mobilitazione, del Partito Democratico della Regione dl Veneto. «Se Venezia è capitale mondiale della Sostenibilità - afferma - e l'obbiettivo è anche quello di difendere la residenzialità, trattenendo i giovani, occorre garantire servizi adeguati». «Non è vero che il Civile è strategico - continua Lihard - perché volevano degradarlo ad ospedale di base tre anni fa. All'interno del Civile - afferma - manca il 25% del personale. Tant'è che è scoppiato il caso delle cooperative, ora la Usl le ha cacciate e non si sa chi coprirà quei buchi. Dei servizi territoriali ci è rimasto solo il Giustinian ma è in pericolo anche il palazzo Boldù, che si voleva chiudere». C'è stato, in quest'ultimo anno, una ristrutturazione completa della parte in cui ha sede il centro di Salute mentale al Boldù, ricorda l'azienda sanitaria, che assicura come i servizi al Civile, nonostante la modalità degli appalti, siano pienamente coperti, sia per quanto riguarda i medici che gli infermieri. L'Ulss preferirebbe assumere personale attraverso i concorsi, precisa, ma dal momento che vanno deserti perché il mercato non offre i ruoli ricercati, come gli anestesisti, si ricorre al reclutamento attraverso modalità alternative.

«Diciamo all'assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e al direttore dell'Ulss 3 Edgardo Contato, proprio perché ci sono i finanziamenti del Pnrr oggi, di riunire gli stati generali della sanità e del sociale, e magari di creare una Fondazione, con la partecipazione del Comune, perché non sia sempre l'intervento del privato, come spesso accade nella nostra città, a permettere di riqualificare e recuperare con il rischio di speculazioni,  in ambiti in cui vengono garantiti i servizi essenziali, come la sanità o la formazione», affermano Lihard e i consiglieri Visman e Martini. Visman annuncia che chiederà una Commissione consiliare sul tema. Lorenzoni annuncia che il 24 marzo in Consiglio regionale l'opposizione verrà sentita dalla giunta.

L'Ulss 3

La collocazione delle Case della comunità è stata discussa nei diversi livelli di competenza, e concordata dalla Regione Veneto e dall'Ulss 3 con la Conferenza dei sindaci, fa sapere l'azienda. La Casa della comunità, che si costruirà nell'ala dei Mendicanti dell'ospedale Civile, riqualifica spazi che oggi sono sottoutilizzati, e quindi recupera e rilancia ulteriormente il Civile. I servizi previsti, nel centro storico della città, avranno una posizione baricentrica per Venezia e per l'Estuario, e potranno dialogare con i reparti ospedalieri del Civile in modo corretto. Gli ambulatori e i servizi della Casa della comunità saranno "distinti ma non distanti": fuori dai reparti di degenza, ma vicini al luogo in cui ci operano gli specialisti, in cui ci sono le strumentazioni, e in cui c'è la possibilità di gestire un'eventuale urgenza.

L’ospedale si apre al territorio, e i medici di medicina generale che opereranno nella Casa della comunità dialogheranno con gli specialisti. Inoltre, all'ex Giustinian resteranno quei servizi a valenza territoriale che non richiedono un rapporto di vicinanza con l'ospedale, ad esempio l'attività consultoriale e quella del servizio dipendenze. L'ex Giustinian è comunque un edificio molto vasto, costruito con criteri vecchi e che richiede una manutenzione dispendiosa. È già in gran parte non utilizzato, e da tempo soggetto a ipotesi di un utilizzo diverso da quello sanitario, come quello di portare al suo interno una parte del tribunale o gli uffici amministrativi dell'azienda sanitaria. La realizzazione delle Case della comunità è collegata ai fondi e ai tempi del Pnrr. Per questo, l'Ulss conclude, è fondamentale il rispetto dei tempi di realizzazione.

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