Donna nuda in "mostra" a Palazzo Grassi per l'esposizione di Urs Fischer
Un allestimento all'insegna del dinamismo, per la monografica dedicata all'acclamato artista svizzero, tra le performance una modella che, sinuosa e senza veli, si aggira tra le opere
Arte, ironia, sfida, stupore, vita. Tutto questo riassunto emblematicamente in una bellissima figura femminile, che si aggira morbida, sinuosa e rigorosamente nuda tra le molte installazioni e opere presenti nella mostra monografica “Madame Fisscher”, dedicata all'artista svizzero Urs Fischer, a Palazzo Grassi, Venezia. Promossa dalla Fondazione di François Pinault, essa rappresenta la prima di una serie di personali dedicate dal mecenate francese agli artisti delle sue collezioni e i pezzi provengono in gran parte da collezioni private di tutto il mondo.
Un allestimento all’insegna del dinamismo, arricchito da delle performance esilaranti dello stesso Fischer che, nel corso dell’inaugurazione, ha acceso, davanti a Francois Pinault e ai giornalisti, le candele di alcune sue opere. La rassegna, composta da una trentina di opere, sarà aperta al pubblico da domenica e per i veneziani sarà ad ingresso gratuito. Combinando illusione e realtà, un registro visivo estremamente complesso e toni a tratti violenti e illogici, la sua arte sembra esprimere il paradosso della vita.
Destinata ad accogliere la particolare attenzione dei visitatori è, però, la modella che, scelta nel corso di un casting effettuato a Roma, sarà la prima di quattro che si alterneranno per tutta la durata della mostra. Tra sorrisi, sguardi assenti e una stufetta elettrica necessaria per riscaldarla, sarà sicuramente una delle protagoniste indiscusse della manifestazione.
Questo sembra essere, in fondo, l’intento dei promotori, promuovere un’arte che non sia statica, ma vitale: “i musei non sono luoghi morti, ma spazi aperti al dinamismo, alla libertà artistica. Fischer ha inaugurato questa direzione in modo festoso”, ha dichiarato l'Ad di Palazzo Grassi Martin Bethenod.
La presenza di Fischer, che ideato la mostra assieme a Caroline Bourgeous, si dipana dall'ampio atrio, con quattro lavori che dialogano a distanza con una scultura di Jeff Koons, alle stanze del primo piano, stravolte nel percorso, e a due stanze al secondo piano, dove è presentata anche una parte della collezione. L’idea, preannuncia Bethenod, era quella di “dare una dimensione a 360 gradi all'iniziativa, perché accanto alle opere c'è la performance, un ciclo di film, la realizzazione di libri d'artista, il progetto didattico".
