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Cronaca Jesolo / Piazza Giuseppe Mazzini

"L'ho difesa da lui e mi sono presa un pugno in faccia, dico basta con questa omertà"

Parla la donna che martedì Jesolo è stata picchiata da un uomo che stava prendendo a calci la fidanzata: "Interveniamo contro la violenza sulle donne, altrimenti si finisce come a Roma"

"In quel momento ho pensato che sarebbe potuta essere mia figlia. Lì, a terra e presa a calci da quell'energumeno". A parlare è Sonya Marchesin, 43enne di Jesolo. E' stata lei a intervenire martedì durante una lite tra fidanzati in strada che si è poi "evoluta" in un inseguimento per le strade del Lido fino al casello di Meolo. Più che una lite, però, si sarebbe trattato di un pestaggio: "In macchina con me avevo mia figlia piccola - racconta - ha visto tutto. La ragazza, di 23 anni, è stata colpita e spintonata. Il suo borsone è stato fatto volare a terra. Poi è finita sulla strada anche lei, e il fidanzato ha iniziato a prenderla a calci. Ripetutamente". 

Sonya a quel punto non ci pensa su due volte. E' l'istinto più che la ragione a "chiamare" in quei casi: "Ho lasciato l'auto in mezzo alla strada - racconta - ho pensato solo a soccorrere la ragazza. Poi ho avuto la prontezza di scattare una foto alla targa dell'aggressore. Non so se sia stato per questo, ma lui poi si è avventato su di me. Mi sono presa un pugno in faccia e poi mi ha stretto il braccio intorno al collo. E' stato grazie all'intervento di un altro passante se non ha continuato. Era completamente fuori controllo. Mentre la ragazza non voleva che chiamassimo nessuno. Dalle sue parole si capiva che non era la prima volta. Lo difendeva, nonostante tutto". 

Il gesto di Sonya, che poi è dovuta ricorrere alle cure sanitarie del pronto soccorso e ora deve indossare il collare, è scaturito soprattutto dalla voglia di non girarsi dall'altra parte: "Basta con questa omertà nei confronti della violenza sulle donne - sottolinea - quella ragazza poteva essere mia figlia. A questo dobbiamo pensare quando assistiamo a scene del genere. Bisogna intervenire, altrimenti il rischio è che accada di nuovo ciò che è successo alla giovane ragazza di Roma". Tanto più che il fuggiasco, residente nel Bergamasco e identificato dalla polizia locale e dagli uomini del commissariato, ha continuato a gironzolare in zona a bordo della sua Volkswagen Scirocco: "Devo ringraziare la famiglia che mi ha ospitato nel condominio Zenith, avevo paura. Non so cosa sarebbe potuto accadere. Mia figlia non ha dormito per tutta la notte seguente. Ho sporto denuncia - conclude - chiederò anche i danni morali per ciò che è successo. Tuttora me lo vedo in faccia, con quello sguardo fuori di sé. Ripeto, non voltiamoci dall'altra parte. Queste giovani donne potrebbero essere nostre figlie". 
 

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