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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'operazione

Mafia nigeriana a nordest, stroncato un grosso traffico di droga

I militari della guardia di finanza, coordinati dalla Direzione antimafia, hanno sequestrato in tutto 100 chili tra cocaina, eroina e marijuana. Operazione tra Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna

Una grossa operazione antidroga ha smantellato in queste ore un traffico di spaccio legato alla mafia nigeriana. Poco meno di cinquanta gli arresti messi a segno con l'operazione "Green Road", condotta dalla guardia di finanza di Trieste e coordinata dalla Direzione antimafia, che dal marzo 2019 ha portato al sequestro di poco più di 100 chilogrammi di droga e all'individuazione di una vera e propria organizzazione criminale operativa tra l'Africa, l'Olanda e l'Italia. I traffici del gruppo erano indirizzati in particolare al Veneto e al Friuli Venezia Giulia.

Ferrara come centro operativo

La droga, come riporta TriestePrima, veniva trasportata soprattutto tramite i cosiddetti body packers, vale a dire le persone che, per circa 1000 euro a viaggio, si facevano impiantare (o ingerivano) degli ovuli riempiti di sostanza stupefacente così da nasconderla durante il trasporto. La base operativa, ovvero il covo dove gli ovuli venivano espulsi e da dove poi la droga partiva per le varie piazze di spaccio del nordest, era un appartamento di Ferrara. Nella città estense sono state fermate quattro persone che, secondo quanto si apprende, conducevano una vita assolutamente normale. Né lussi, né stravaganze. Cinque le regioni coinvolte nell'attività di indagine: oltre al nordest e all'Emilia Romagna, anche la Toscana, il Piemonte e il Lazio. È da Roma, infatti, che questa storia ha origine.

Il controllo a Mestre

La Capitale rappresentava il centro di rifornimento per quanto riguarda la marijuana. Proprio da qui, nel marzo del 2019, parte un Flixbus con destinazione Trieste. A bordo del mezzo salgono due membri dell'organizzazione. Uno dei due viaggia con un borsone che contiene dieci chili di marijuana. Alla fermata di Mestre si palesa un controllo della polizia. Il trafficante scende e abbandona il carico a bordo del pullman. Una volta giunto a destinazione, più precisamente a Muggia, l'autista rinviene il borsone e lo segnala alla guardia di finanza. Da qui, il Gruppo operativo antidroga inizia ad indagare e partono le intercettazioni. «Tra loro comunicavano in uno dei numerosi dialetti nigeriani, motivo per cui abbiamo avuto la necessità di un interprete che parlasse proprio quella lingua», spiega la guardia di finanza.

Il corpo del trafficante abbandonato

Il centro rimane sempre l'appartamento di Ferrara, da dove partono i carichi da destinare alle altre aree. La cocaina rimane in Emilia Romagna, ma parte anche verso le città di Udine e Trieste; il capoluogo friulano è l'area dove arriva anche l'eroina. Il gruppo si rifornisce di cocaina in Olanda, mentre l'eroina giunge direttamente dalla Nigeria, attraverso una triangolazione che tocca anche la capitale dell'Etiopia, Addis Abeba. Tra i fermati (tutti regolari sul territorio italiano), due persone percepivano il reddito di cittadinanza. La pericolosità del trasporto tramite ovuli in un caso ha portato alla morte di un giovane sulla trentina. Il corpo del trafficante era stato rinvenuto a bordo di una strada provinciale tra Bologna e Ferrara nel 2020. «Era stato posizionato lì proprio per farlo ritrovare», spiegano i militari. In un caso una persona aveva trasportato un poco più di un chilogrammo e mezzo di stupefacente. 

Le località coinvolte

Delle 48 misure cautelari emesse, 18 sono state eseguite nella giornata di oggi. Di queste, 13 sono andate a buon fine, mentre cinque trafficanti sono ancora a piede libero. Per quanto riguarda la provenienza e le località coinvolte, gli arresti di oggi sono così suddivisi: tre in Friuli Venezia Giulia (due a Udine, uno a Trieste), tre in Veneto (uno a Padova, uno a Treviso e l'ultimo a Conegliano), tre a Reggio Emilia e quattro a Ferrara; due a Castiglione dei Pepoli (Bologna), uno  a Parma, uno a Vercelli e l'ultimo nel Lazio, in provincia di Rieti. Nonostante le restrizioni imposte dalla normativa anticovid, il sodalizio si muoveva anche durante la pandemia. Tra i destinatari delle misure cautelari anche due donne, di cui una incinta, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari.

Il giro di droga

La droga sequestrata durante tutta l'indagine ammonta a 106 chilogrammi. Novantatrè di marijuana, sette di cocaina e sei di eroina. Non è conteggiata la cosiddetta "droga parlata", vale a dire l'ammontare di stupefacenti transitata ma non fermati. Secondo le ricostruzioni, le persone effettuavano in media tre viaggi la settimana. Si parla, quindi, di circa 250 chilogrammi di droga che non sono stati rintracciati. In provincia di Udine il confine utilizzato dai trafficanti per far passare la cocaina proveniente dai Paesi Bassi era il valico di Coccau, a Tarvisio. Sul fronte dell'indagine, il procuratore Antonio De Nicolo ha fatto sapere che le operazioni ora entrano nella fase palese. «Le indagini vanno avanti», ha concluso. 

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