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Cronaca

Emergency, pronto in Afghanistan il reparto maternità intitolato a Valeria Solesin

Inaugurazione prevista l'8 dicembre. La struttura, dedicata alla memoria della giovane uccisa al Bataclan, avrà 70 posti letto. Giovedì Cecilia Strada alla Giudecca con Ca' Foscari

Lavori conclusi, è pronto per l'inaugurazione un nuovo reparto maternità in Afghanistan realizzato da Emergency nel nome di Valeria Solesin, studentessa veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan che collaborava con l'organizzazione umanitaria. Lo ha annunciato a Venezia la presidente Cecilia Strada. "Siamo pronti - ha detto - per tagliare il nastro il prossimo 8 dicembre alla nuova maternità nella valle del Panshir, in Afghanistan, che sarà dedicata a Valeria Solesin".

Il nuovo reparto ospedaliero potrà contare su 70 posti letto per le mamme, oltre alle strutture di neonatologia e terapia intensiva, fungendo da punto di riferimento, nei casi più complicati, anche per gli ospedali pubblici. Vi lavoreranno, oltre al personale internazionale di Emergency, anche 60 donne afghane.

Nel corso della giornata "Quando la ricerca e la pratica umanitaria si incontrano a Venezia. La collaborazione tra Emergency e università'", tenutasi giovedì nella sede di Emergency all'isola della Giudecca, Ca' Foscari e Iuav hanno presentato assieme all'ente umanitario i primi risultati dei progetti avviati insieme: "Analisi sistemica del centro Salam a Khartoum" e "Storia di una pallottola". "Sono soddisfatta - ha detto Strada - nel vedere il lavoro in corso, perché quella odierna non è la giornata in cui si annuncia la nascita di una collaborazione o il suo risultato finale. Dopo i primi diciotto anni di vita concentrati sul lavoro sul campo, è abbastanza recente l'inizio della collaborazione di Emergency con le università, pur avendo sempre desiderato di ampliare le nostre attività al fronte accademico e della ricerca. Questo incontro con gli atenei veneziani è nato un po' per caso, ma c'è sempre stata grande sintonia, che siamo riusciti a trasformare in sinergia".

"Questi sono i primi due programmi - ha proseguito -, perché spero che ce ne saranno tanti altri in futuro, e ci offrono una grande occasione per imparare qualcosa, anche su noi stessi, oltre ad insegnarci a parlare nuovi linguaggi con un pubblico nuovo. Spero quindi che sia una buona occasione anche per le università". "Emergency - ha detto Stefano Munarin, dello Iuav - sta portando a Venezia un altro polo di formazione, confermando come questa città possa ospitare questi poli meglio di altre". "Le università - ha aggiunto Marco Sgarbi, di Ca' Foscari - si stanno sempre più aprendo e, nel contesto veneziano, sono sempre più coese per un'azione unitaria, aggiungendo, con queste ricerche 'di frontiera', alla tradizionale funzione di ricerca e didattica, un'attenzione al sociale e al public engagement".

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