È stato espulso dall'Italia uno dei giovani che preparavano l'attentato a Venezia
Faceva parte di una cellula terroristica con base in laguna. Era stato arrestato nel 2017, quando era ancora minorenne
Per motivi di «prevenzione del terrorismo» è stato espulso dall'Italia il kosovaro Arjan Morina, accusato, assieme ad altri complici, di aver progettato un piano per fare un attentato terroristico a Venezia. Il procedimento di espulsione è stato eseguito stamattina dagli uomini della digos, in collaborazione con l’ufficio immigrazione della questura di Treviso e su disposizione del ministero dell'Interno.
Gli arresti
Il giovane faceva parte della “cellula” jihadista che aveva base in un appartamento a Venezia e che contava quattro componenti, tutti incarcerati e poi condannati in via definitiva. Oltre a Morina (all'epoca minorenne), c'erano Fisnik Bekaj, Dake Haziraj e Arjan Babaj. Secondo gli investigatori, la cellula veneziana «aveva raggiunto una capacità organizzativa tale da costituire un concreto pericolo per la collettività, essendo pronta anche a sostenere il progetto jihadista compiendo uno o più attentati nel centro storico lagunare». Dall’indagine è emerso che la banda era organizzata in modo piramidale. Al vertice c'era Babaj, con il ruolo di principale reclutatore, mentre gli altri componenti erano chiamati ad assumere un ruolo operativo e dimostrativo sull'attività dei combattenti dell'Isis.
Piani terroristici
Morina, all’epoca, si era detto soddisfatto di alcuni attacchi effettuati dall'Isis in Turchia e aveva detto che era giunto il turno dell'Italia, richiamando l’attenzione degli altri sull'opportunità di organizzare un attentato dinamitardo proprio a Venezia: un obiettivo che, data l'elevata presenza di monafik (ossia ipocriti), avrebbe fatto guadagnare loro direttamente il paradiso. Morina, come gli altri imputati, sosteneva tesi radicali arrivando a programmare gesti estremi, dalla partenza verso i territori teatro di guerra all’attentato contro i miscredenti. Questi desideri di azione e i riferimenti agli attentati sono stati ripetuti più volte dal giovane anche in contesti di quotidianità, a testimonianza della sua piena e convinta adesione alla causa. Il giovane kosovaro ha lasciato stamattina il territorio nazionale, con scorta della polizia di Stato, dall’aeroporto Marco Polo di Venezia.