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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Baby bulli" ricattano due compagni adolescenti: "Pagate o siete finiti"

Tre ragazzi tra i 13 e i 15 anni sono stati denunciati dalla squadra mobile per estorsione continuata. Coinvolgevano le vittime in azioni teppistiche per poi chiedere soldi per il silenzio

Coinvolgevano i compagni di classe di una scuola media inferiore veneziana in qualche azione teppistica e poi li ricattavano: per questo tre ragazzi tra i 13 e 15 anni sono stati denunciati dalla squadra mobile della città lagunare per estorsione continuata.

Tutto inizia alla fine dell'anno scolastico quando i tre piccoli indagati (due immigrati e un italiano), che vivono in un comune non distante da Mestre, incrociano in bicicletta due compagni di classe. Li convincono a seguirli in aperta campagna e qui iniziano a tirare tutti insieme sassi contro un casolare abbandonato, rompendone i vetri delle finestre.

Azioni che vengono riprese con il videotelefonino e che sono poi oggetto di ricatto da parte dei tre contro gli altri due: 50 euro a testa e viene dimenticato tutto, altrimenti le immagini possono finire alla polizia. Le due vittime prima resistono, ma poi pressati da sms dal tenore minaccioso ("pagate altrimenti per voi è la fine") cedono e pagano, pensando che la faccenda muoia così. Invece le richieste continuano soprattutto a scuola: nuovamente 50 euro per dimenticare tutto. Ancora una volta i "bulli" riescono a sopraffare i compagni che per poter pagare sottraggono il denaro dal portafogli di papà.

Uno dei due genitori se ne accorge e mette alle strette il figlio che tra una lacrima e l'altra racconta tutto. Padre e figlio si rivolgono alla Questura di Venezia che, in accordo con la magistratura minorile, avvia gli accertamenti scoprendo che ci sono altre piccole vittime, sempre tra i banchi della scuola media. Stamani sono scattate le perquisizioni e gli agenti della squadra mobile hanno sequestrato, tra l'altro, i telefonini con le immagini incriminate e dai quali sono partiti gli sms di ricatto. (ANSA)
 

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