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Inventor Award, premiato all'Arsenale il "padre" delle moderne vaccinazioni - VIDEO

I brevetti tornano a casa, nel luogo che cinque secoli fa costituiva il centro dell’innovazione per l’impero economico eretto dalla Repubblica di Venezia. Giovedì all’Arsenale di Venezia - alla presenza del ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, e del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro - si è svolta la dodicesima edizione di European Inventor Award, il più importante riconoscimento europeo all’innovazione, promosso da European Patent Office, che premia gli inventori delle scoperte scientifiche tecnologicamente più rilevanti, tali da migliorare le condizioni di vita della maggior parte delle persone.

Cinque le categorie: Industry, Research, SMEs, Non-Epo Countries, Lifetime Achievement. Presente la nuova generazione di inventori del Ventunesimo secolo, che quest’anno provengono da nove Paesi: Francia, Germania, Italia, Olanda, Marocco, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Usa. A questi si aggiunge il vincitore del Popular Prize, il finalista più votato sul sito di European Patent Office.

Motivo di grande orgoglio per l'Italia, che quest’anno è anche sede della cerimonia, è la premiazione nella categoria Lifetime Achievement di Rino Rappuoli: Rappuoli, 65 anni, è ritenuto il padre della moderna vaccinazione per aver rivoluzionato le regole di sviluppo dei vaccini attraverso la scoperta dei cosiddetti vaccini coinugati e soprattutto della vaccinazione inversa utilizzata per creare il primo vaccino derivante dal genoma dell’agente patogeno nel 1999 contribuendo ad aprire nuovi orizzonti alla moderna microbiologia cellulare.

Rappuoli è stato il primo scienziato a brevettare i vaccini utilizzati attualmente per ogni ceppo di meningococco causa delle meningite . Grazie a questa innovazione, i vaccini somministrati a milioni di persone nel mondo hanno contribuito a debellare nei Paesi sviluppati malattie come la difterite, la meningite batterica e la pertosse. Attualmente Rappuoli lavora sui vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (VRS che è la causa principale di infezione del tratto respiratorio inferiore nei bambini) e contro il citomegalovirus. È membro della National Academy of Science degli Stati Uniti e della Royal Society. In passato la stessa categoria ha già visto la premiazione di uno scienziato italiano, Federico Faggin, per l’invenzione del microchip.

Gli altri italiani presenti: Giuseppe Remuzzi, 68 anni, insieme ad Ariela Benigni, 61 anni, e Carlamaria Zoja, 61 anni, nella categoria Industry. Considerato un’autorità mondiale nel campo della Nefrologia, Remuzzi ha scoperto che l’utilizzo di alcuni inibitori enzimatici (ACE inhibitors) già utilizzati per curare l’ipertensione, potevano apportare benefici anche per il trattamento dei malati affetti da insufficienza renale cronica evitando loro la dialisi. Rallentando l’infiammazione del rene, i farmaci prodotti a seguito di questa intuizione costituiscono ormai la base dei trattamenti clinici standard per oltre 200 milioni di pazienti al mondo affetti da malattie renali croniche e per coloro che hanno subito un trapianto di reni, intestino o fegato. Dopo aver lottato per anni contro la progressione della malattia trattando le complicazioni post-trapianto, le scoperte di Remuzzi hanno permesso di migliorare sensibilmente le aspettative di vita dei pazienti di insufficienza renale cronica. Giuseppe Remuzzi è stato tra i fondatori dell’Istituto di Ricerca Mario Negri, nella cui sede bergamasca si è sviluppata la maggiorparte della sua ricerca, ed è attualmente lo scienziato italiano con il maggior numero di citazioni al mondo.

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