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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Spinea

Da vent'anni viveva in Italia sotto falso nome, l'ex poliziotto si era rifatto una vita

Un 53enne albanese è finito in manette venerdì. L'operazione dei carabinieri, che hanno individuato il latitante a Spinea. L'ex agente sparò e uccise un uomo nel giugno 1995

Era il 22 giugno del 1995 quando F.H., poliziotto albanese all'epoca 33enne, esplose 5 colpi della propria pistola d'ordinanza contro un connazionale, uccidendolo al culmine di una banale lite vicino al Tribunale di Valona. La sua cattura è arrivata nella notte, dopo quasi vent'anni di latitanza, ad opera dei carabinieri di Venezia. L'uomo è stato localizzato a Spinea, in via Rossignago, e, grazie al costante supporto informativo della direzione centrale della polizia criminale dell’Interpol di Roma e di Valona (Albania), è finalmente finito in arresto.

Su di lui (adesso ha 53 anni) pendeva un mandato di cattura internazionale, emesso dall'autorità giudiziaria albanese con una condanna alla pena di 18 anni di reclusione per omicidio. All’epoca era un poliziotto in forza all’ufficio immigrazione di Valona, l'omicidio era avvenuto nelle vicinanze del Tribunale cittadino. L'uomo era stato arrestato e condannato ma, dopo aver scontato solo uno dei 18 anni di carcere, nel 1996 si era reso protagonista di una clamorosa fuga, dando inizio a una latitanza durata ininterrottamente fino a oggi. Era entrato in Italia grazie a un documento falso, sfruttando i tempi tumultuosi che caratterizzavano il paese slavo in quel periodo. Da noi aveva messo su famiglia, si era trovato lavoro come muratore e aveva regolarmente pagato il mutuo. Una vita in tutto e per tutto normale, con uno scheletro enorme nell'armadio.

L'operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di Venezia (denominata Camaleonte) è stata possibile nell’ambito dello scambio info-investigativo con l'ufficio Interpol albanese tramite la direzione centrale della polizia criminale - servizio per la cooperazione internazionale di polizia. I carabinieri sono entrati in possesso di informazioni e documenti albanesi, risalendo ai vari momenti di rilascio dei documenti di identità italiani per arrivare a ricostruire la nuova identità e soprattutto l’attuale aspetto del latitante, anche grazie alla collaborazione del Ris. Un controllo tra i residenti stranieri a Spinea ha indotto i militarii a concentrare l'attenzione su quel nominativo, poi risultato falso. Da lì si è partiti per scoprire chi era veramente il 53enne.

Dopodiché è iniziata una lunga attività di monitoraggio della comunità albanese della provincia fino a individuare i parenti del latitante e, analizzando i contatti e le frequentazioni, alla localizzazione e conseguente cattura del criminale, inserito nella lista  dei 160 latitanti albanesi più pericolosi. Al momento dell'arrivo dei militari non ha opposto alcuna resistenza. Anzi, ha detto che sapeva che prima o poi sarebbe stato scoperto. Per lui ora si aprono le operazioni di estradizione nel suo paese natale. 

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