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Cronaca

Inaugurata la mostra su Falcone e Borsellino. Cherchi: 'Giustizia a rischio, manca personale'

Esposizione curata dall'Ansa a palazzo Ferro-Fini, Venezia. Il procuratore capo lancia un appello e avverte: "La mafia c'è anche al nord, bisogna conoscerla". Invito agli studenti

La giustizia non ha gli strumenti per funzionare a dovere, e da Venezia si leva un nuovo appello: "In Veneto la carenza di organico, di magistratura e soprattutto di posizioni amministrative, è drammatica - ha detto il procuratore capo Bruno Cherchi martedì - Suggerisco di fare tutto ciò che è nel potere della Regione facendo seguire allo stimolo culturale una presenza, un contributo nei confronti degli uffici giudiziari del Veneto, e in particolare di Venezia, che ha competenze sulla regione per una serie di reati che il legislatore sta sempre più aumentando, ma senza far seguire un adeguamento della struttura amministrativa".

Falcone e Borsellino, dal Pool antimafia alle stragi

L'occasione è l'inaugurazione, a palazzo Ferro-Fini, della mostra fotografica "L'eredità di Falcone e Borsellino", curata dall'Ansa in collaborazione con il Miur, l'Associazione nazionale Magistrati e l''Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza', in coincidenza con il 25° anniversario della strage di Capaci. Le fotografie dei due magistrati uccisi dalla mafia sono state presentate alle istituzioni locali: per il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, l'esposizione dimostra che i giudici restano "ben presenti nella memoria" e "la loro battaglia per la legalità non è stata fermata dalle bombe". La mostra resterà aperta fino al 25 gennaio (tutti i giorni, esclusi sabato e festivi, dalle 10 alle 17) a palazzo Ferro-Fini: si articola in 150 fotografie tratte dall'archivio Ansa e da archivi privati, oltre ad un video, e illustra la vicenda umana e storica dei due magistrati, dall'infanzia alla nascita del Pool Antimafia, dal maxiprocesso alle stragi del 1992, includendo poi l'eredità della loro tragica scomparsa. L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare i giovani sull’opera e l’impegno civile dei magistrati, nel tentativo di trasferire agli studenti i valori della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. 

"Serve conoscere la mafia al Nord"

Per Cherchi "le attività criminose della mafia al nord, e cioè in Lombardia e Veneto, ma anche in Friuli e Trentino, tendenzialmente non uccidono e non aggrediscono, a causa della capacità del tessuto di queste regioni di rispondere in maniera diversa, sia per come è fatta la gente, sia per il diverso rapporto con le istituzioni". Cherchi ha definito "di grande rilievo" l'iniziativa in memoria dei due magistrati simbolo della lotta a Cosa Nostra, "perché il problema del contrasto alla mafia - ha spiegato - è innanzitutto culturale". "In Veneto - ha rilevato - la mafia 'classica' non ha mai avuto presenza, perché il tessuto sociale, storico ed economico non lo permetteva. Ma, per affrontare un problema, bisogna innanzitutto conoscerlo". "Il fenomeno delle mafie in Veneto - ha aggiunto il consigliere Bruno Pigozzo - è di grande attualità ma la percezione del loro radicamento è troppo labile. Sarebbe necessario elaborare un testo unico tra Regioni sulle attività di informazione, formazione e contrasti, estendendole a una commissione 'cultura e legalità' e definendo livelli essenziali di giustizia in tutte le regioni". "Questa mostra - ha commentato invece Pierluigi Granata, componente dell'Osservatorio istituito con la legge 48 - viene allestita dopo la morte di Riina e anche questo è un aspetto molto importante, perché testimonia che gli sono sopravvissuti ideali e principi cardine per il contrasto ai fenomeni mafiosi. Anche in Veneto, perché ci sono grossi elementi indiziari che fanno ipotizzare la presenza di organizzazioni di stampo mafioso anche in questo territorio.

"Occasione per gli studenti"

“Le scuole superiori dovrebbero inserire nel calendario delle attività una visita a questa mostra - è l’invito lanciato dall’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan - L’educazione alla legalità e al senso civico passano anche attraverso la conoscenza della testimonianza e dell’eredità lasciata da operatori di giustizia e servitori dello Stato, quali sono stati i due magistrati assassinati in Sicilia. Invito dirigenti scolastici e insegnanti a proporre ai loro ragazzi questo incontro diretto con questo drammatico capitolo della storia dei nostri giorni". Presente la presidente della Commissione cultura del Comune di Venezia, Giorgia Pea: "Per la città è un grande onore ospitare una mostra come questa, che spero trovi ospitalità in tutti e 43 i Comuni metropolitani, così come nel resto della regione. I principi di Falcone e Borsellino sono i fari che dovrebbero illuminare il cammino di ciascuno di noi nella quotidianità, perché la legalità è un fatto culturale".

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