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Cronaca Marghera / Fusina

Lavoratori Enel a Fusina contro Greenpeace? "Pianificato dai capi"

Secondo Il Fatto Quotidiano nel 2009 non si trattò di una reazione spontanea degli operai. Tutto sarebbe stato organizzato a tavolino

Manifestazioni "spontanee" contro Greenpeace? Secondo il Fatto Quotidiano niente di vero. Quegli striscioni, quegli slogan e quei fischietti non erano una reazione (legittima) dei dipendenti Enel contro chi contestava gli stabilimenti in cui lavoravano. No. Sarebbe stato tutto pianificato a tavolino da dirigenti dell'azienda. Così anche a Fusina nel 2009 fecero capolino gli slogan: "Andate a lavorare", "Basta Ecoballe", "Siamo verdi di rabbia".

Gli stessi indicati, secondo il giornale diretto da Antonio Padellaro, in una mail in cui si faceva la "lista della spesa" per la perfetta contro manifestazione. Un press kit per le centrali a carbone che consiste in "STRISCIONI: numero 8, lunghezza 8/10 metri – altezza almeno 1,5 metri, formato orizzontale e verticale, font: scritti con pennello (minima larghezza per lettera 10 cm). No spray. Colore: preferibilmente blu scuro/verde scuro su fondo bianco. Scritte: ANDATE A LAVORARE, BASTA ECOBALLE, SIAMO VERDI DI RABBIA, uno o due a piacere in dialetto".

Le mail furono sequestrate nell'ambito di un processo pugliese che vede imputati alcuni dirigenti Enel. Così è saltata fuori anche questo piano per controbattere alle incursioni di Greenpeace. "Servono anche due megafoni, dieci fischietti da arbitro e dieci trombe nautiche a bomboletta - si legge nella mail riportata da Il Fatto Quotidiano - È di fondamentale importanza individuare cinque fidatissimi lavoratori per unità a carbone. Eleggere uno o due portavoce. Il primo dovrà essere formato e preparato all'azione. È importante gestire le relazioni sindacali, durante e dopo la protesta in quanto si tratta sempre di AZIONI SPONTANEE dei lavoratori, MAI ORGANIZZATE dall'azienda".

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