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Cronaca Lido / Lido

Falso dentista "di famiglia" al Lido, aveva il suo studio nello scantinato

Un 40enne aveva esercitato da anni senza avere la laurea. Avrebbe guadagnato mezzo milione di euro in nero. Clienti pure il weekend

Era diventato il "dentista di famiglia" di molte persone del Lido. Tanto che ormai da almeno quattro anni aveva ricevuto i pazienti non solo nei giorni lavorativi, ma anche il sabato e la domenica. Per venire incontro alle esigenze della clientela. Peccato che per un quarantenne veneziano, che si era ricavato lo studio nello scantinato sotto la propria abitazione, non ci fosse nemmeno l'ombra di una laurea.

Da anni, quindi, esercitava la professione senza esserne abilitato. Fornendo prestazioni in nero (gli accertamenti sono ancora in corso però) per circa mezzo milione di euro. Una valanga di soldi, che gli avevano permesso di acquistare macchinari anche da decine di migliaia di euro. Con anestetici, garze, strumenti dentistici. Insomma, una attività florida. Il 40enne mezza giornata lavorava per uno studio in terraferma dove prestava la propria consulenza come odontotecnico, disciplina in cui si era diplomato, poi il resto del tempo lo sfruttava accogliendo i pazienti nello scantinato di casa.

Con ogni probabilità faceva tutto da solo. Si segnava gli appuntamenti in una agenda e si dava da fare tra ponti e carie. Il falso dentista è stato scoperto dai finanzieri del I Gruppo di Venezia, coordinati dal pubblico minisero Stefano Ancilotto, e denunciato per esercizio abusivo della professione medica. Nessuno in questi anni gli aveva quindi chiesto conto della laurea (che infatti nel suo studio non era incorniciata al muro).

All'interno dello scantinato-studio c'erano il "classico" lettino da dentista, strumenti chirurgici, medicinali, anestetici (sul cui approvigionamento i baschi verdi stanno tentando di fare luce, almeno per quelli non reperibili normalmente). Il tutto, naturalmente, senza autorizzazioni sanitarie e in un ambiente angusto e fatiscente, tanto da violare le più elementari norme igieniche e di sicurezza. La "pubblicità" della sua attività si basava soprattutto sul passaparola: prezzi concorrenziali (ma non stracciatamente inferiori rispetto alle tariffe canoniche) e visite anche in orari inusuali. In questo modo si era creata una clientela affezionata che, in alcuni casi, avrebbe dichiarato i finanzieri di essersi rivolta al falso dentista "da sempre". Le attrezzature medico-odontoiatriche sequestrate, di buona qualità e di un valore economico di decine di migliaia di euro, anziché essere distrutte potranno, su autorizzazione della magistratura, essere devolute ad associazioni mediche umanitarie.

"VIAGGIO" NELLO STUDIO ABUSIVO

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