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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Fanghi: al Moranzani Terna si muove, ma i portuali intanto proclamano lo sciopero

Prima di portare i sedimenti al Vallone vanno interrati gli elettrodotti. Manca la nuova classificazione per poterli trattare. Parco e ordinaria manutenzione lagunare restano gli obiettivi, «lavoro e porto non possono attendere». E il sindaco appoggia lo sciopero

Al Vallone Moranzani qualcosa si muove, rispetto all'interramento degli elettrodotti. Una volta tolti si avrebbe finalmente lo spazio per trasferire tutti i fanghi, dei canali cittadini e portuali, che ora attendono di essere dragati dalle acque lagunari. La pulizia si è bloccata, fatta eccezione per gli escavi di cui il porto ha dato conto. Il protocollo fanghi deve essere aggiornato, dopo quello del '93, quindi manca una classificazione dei sedimenti che possa permettere di trattarli adeguatamente, una volta tolti, dai meno inquinati a i più tossici. Ma intanto i sedimenti che si accumulano riducono la profondità dell'acqua e stanno mettendo in pericolo la navigabilità del porto, come da tempo dichiarato dal presidente dell'Autorità portuale, Pino Musolino. Ne sta risentendo il traffico navale, l'arrivo delle portacontainer e quindi i posti di lavoro allo scalo. La capitaneria il primo ottobre scorso ha ordinato un'altra riduzione del pescaggio, che impedisce alle navi oceaniche di entrare a Venezia.

Lo sciopero

Sul protocollo fanghi ha garantito, pochi giorni fa, il ministero dell'Ambiente, dopo l'interrogazione dell'onorevole Nicola Pellicani, dicendo che lo avremo entro fine anno. Al Vallone hanno invece intravisto, all'altezza della trattoria Al Cacciatore di Malcontenta, andare avanti e indietro quelli di Terna per iniziare a ispezionare i terreni e passare poi a alla rimozione dei cavi aerei. Qualche segnale c'è ma ai portuali non basta: i sindacati, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno dichiarato tre giorni di sciopero dei lavoratori di Venezia e Chioggia, giusto il tempo del preavviso, 10 giorni, e si saprà quando ci sarà il blocco, spiegano le sigle riunite giovedì in via Torino a Mestre. «A causa del mancato scavo dei canali, in un anno e mezzo dai 12 metri di pescaggio, previsti da regolamento portuale, siamo arrivati a 10 e mezzo. Da qui a fine anno perderemo altre 7 navi da 8500 teu. Non ci stiamo a firmare altre casse integrazioni - dice Toni Cappiello della Filt -. Ci dicano che questo è un Porto destinato a interrarsi. Ci siamo già giocati il Petrolchimico, si vede che il destino di questa città è il turismo, e non c'è altro». Il sindaco Luigi Brugnaro ha detto di essere d'accordo con lo sciopero: «Lo appoggio totalmente - ha annunciato - Non è uno sciopero contro qualcuno, è uno sciopero a cui aderiamo tutti perché vogliamo che il ministero e gli enti locali, che sono il provveditorato, l'ex magistrato alle acque, capiscano che devono sbloccare tutto. Lo scavo dei fanghi ma anche il piano morfologico della laguna, che sono impellenti, come anche i lavori non solo per la chiusura del Mose ma anche quelli collegati al Mose».

Il Vallone e le Tresse

Il parco del Vallone Moranzani i cittadini lo immaginano simile a quello di San Giuliano. Se l'interramento degli elettrodotti va avanti spedito, come previsto dall'accordo del 2008 - "Accordo di Programma per la gestione dei sedimenti di dragaggio dei canali di grande navigazione e la riqualificazione ambientale, paesaggistica, idraulica e viabilistica dell'area di Venezia - Malcontenta – Marghera” - si possono dragare i canali e realizzare l'impianto di trattamento fisco-chimico dei fanghi. «Quindi si può portare tutto il fango che serve - dice il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin -. C'è uno spazio enorme da Fusina alla Romea, ci stanno anche i fanghi delle bonifiche di Porto Marghera. Il Vallone è inquinato ma può essere trasformato in una discarica controllata, poi sopra ci si mette terra buona e si realizza il verde. Ma abbiamo perso già troppo tempo». Tutto si è fermato con lo scandalo Mose e la chiusura del comparto che se ne occupava, ma anche perché Terna all'inizio non voleva interrare tutti i piloni dell'elettricità. «Ho chiesto un'audizione con questa società - anticipa l'onorevole Nicola Pellicani - per sapere i tempi dell'interramento e della manutenzione ordinaria, così da portare i canali in quota, affinché le navi possano entrare in porto». All'isola delle Tresse, fanno sapere dalla Marittima, il progetto di ampliamento è in mano alla Regione, che procederà a verificare l'assoggettabilità alla Via (Valutazione impatto ambientale). Se non servirà si andrà in commissione di Salvaguardia direttamente. Ma a questo punto è Italia Nostra a opporsi. «A vietare di innalzare la montagna di sostanze tossiche, dentro alla laguna, è la stessa legge Speciale per Venezia - dice Lidia Fersuoch dell'organizzazione -. Ci opporremo», come è stato nei confronti delle palancole metalliche della cassa B di contenimento dei fanghi.

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Nuove categorie fanghi in arrivo

Mobilitati, per lo sciopero ai porti, anche agenti marittimi e spedizionieri, camionisti, armatori e guardie dei fuochi. «Ci tocca bloccare tutto per chiedere una ordinaria manutenzione. E gli armatori, appena hanno il sentore di problemi a entrare in porto, disdicono e puntano verso altre rotte», ricorda Cappiello. «La sensazione di chi vive nel settore è quella di una portualità veneziana abbandonata a se stessa dice Andrea D'Addio Uil Trasporti Veneto - non si sa se la confusione sia casuale o voluta appositamente per caldeggiare interesse particolari». Il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Morassut, ha detto che l'autorità di bacino delle Alpi orientali ha coordinato un gruppo tecnico di lavoro, dando nuove linee guida per la gestione sedimenti della laguna, nel 2017. A oggi risulta messa a punto una nuova metodologia di classificazione secondo tre linee: chimica, tossicologica, e di bio accumulo, e 5 nuove categorie per lo stato di qualità dei sedimenti che consentiranno un più ampio margine del gestione dei fanghi stessi, rispetto al 1993. 

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