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Cronaca

La mazzata del blocco AstraZeneca, Flor: «Ha tagliato le gambe alla campagna vaccinale»

Il direttore generale della sanità veneta ha spiegato che gli arrivi programmati di Pfizer e Moderna saranno indispensabili. Se ci fossero intoppi, sarà necessario fermare anche i richiami

Il blocco improvviso e precauzionale delle dosi AstraZeneca ha tagliato le gambe alla vaccinazione in Veneto. Non ha utilizzato mezzi termini Luciano Flor, direttore generale della Sanità veneta, nel commentare il presente e futuro prossimo della campagna vaccinale regionale. Il siero anglo-svedese, sospeso in attesa del responso di Ema (Agenzia europea per i medicinali) per accertamenti, è quello che dovrebbe ricoprire oltre il 50% del totale delle somministrazioni. Facile capire già da questa considerazione il perché lo stop temporaneo sia un grosso guaio.

Se inizialmente si era deciso di mettere in disparte una dose di vaccino per ognuna somministrata in ottica del successivo richiamo, nei giorni scorsi Azienda Zero aveva deciso di accelerare, andando ad intaccare anche le dosi di riserva conservate nei frigorifero per immunizzare quante più persone possibili. Ora però i sieri di Pfizer e Moderna sono gli unici che si possono utilizzare, e lo saranno, di fatto, quasi esclusivamente per fare richiami. Difficile ambire a nuovi vaccinati in una situazione come quella attuale, sono i numeri a parlare chiaro, per lo meno fino a giovedì, giorno in cui è atteso il responso che potrebbe sbloccare l'impego di AstraZeneca.

Le dosi di vaccino disponibili oggi in Veneto

Come spiegato da Flor, ad oggi il Veneto ha ricevuto 710.960 dosi di vaccini e ne ha somministrati 543.491. In tutto ne sono arrivati 194mila solo di AstraZeneca, 68.951 inoculati a ieri mattina (cioè fino a prima dello stop dell'Aifa) e in giacenza 125mila, inutilizzabili. Le azienda sanitarie venete, nel complesso, hanno somministrato invece 450.110 dosi di siero Pfizer e 25mila di Moderna; 169.418 sono i veneti che hanno terminato il ciclo, cioè quelli che hanno fatto il richiamo, mentre 374mila circa sono in attesa della seconda dose (di queste, 68mila sono di AstraZeneca). A preoccupare è proprio il fronte richiami, poiché in questo momento, a magazzino, la Regione dispone di 18mila dosi Moderna - che non sarà rifornito prima della prossima settimana - e 23mila di Pfizer. Si tratta di quantità che, considerando una media di 16mila persone vaccinate in un giorno, potrebbero terminare in poco più di 48 ore. Il direttore della Sanità veneta non ha nascosto che è indispensabile che arrivino domani la fornitura prevista di 56mila vaccini Pfizer e la settimana prossima quella da 83mila: se ci fossero ritardi o dovessero saltare per qualche ragione, si fermerebbero anche i richiami.

«Se abbiamo 306mila persone che aspettano la seconda inoculazione, - ha spiegato Flor - non serve rimodulare nessun piano vaccinale, quello che possiamo fare è andare avanti con i richiami e basta». L'ultima considerazione ha riguardato quindi AstraZeneca: «Su 68mila vaccinati in Veneto con il siero - ha detto - ad oggi non abbiamo rilevato alcun problema».

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