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Cronaca

Festività di shopping: un libro per capire il fenomeno dall'interno

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Riceviamo e pubblichiamo:

"Il tema delle aperture delle attività commerciali durante le festività è tornato di recente al centro del dibattito politico. Che siate favorevoli o contrari, forse potrebbe schiarirvi le idee la lettura di un libro di recente pubblicazione, “Le donne della spesa”. L’autore è Mattia Deidonè, 26 anni, ora a Venezia ma nato e cresciuto in provincia di Verona dove ha lavorato nel settore della grande distribuzione. E il libro trae spunto proprio dalla sua esperienza personale. «Lavoravo in un supermercato proprio quando la direzione, approfittando della legge di fine 2011, ha deciso di tenere aperto anche di domenica. Io all'epoca lavoravo solo il fine settimana, ma ho visto gli effetti devastanti che quel provvedimento ha avuto su chi si faceva già più di 50 ore settimanali. E soprattutto la scarsa incidenza che ha avuto sull'aumento dell'occupazione». «Ho continuato a interessarmi all'argomento anche dopo aver lasciato quel lavoro, ho scritto questo libro e ho aspettato le risposte delle case editrici a cui l'avevo proposto. Dopo più di un anno di silenzio ho deciso di pubblicarlo per conto mio. Ci tengo particolarmente perché penso che sia un modo per tenere accesa l'attenzione su un tema che spesso viene visto come secondario, o è addirittura malvisto dalla maggior parte dell'opinione pubblica che vede ormai come un privilegio acquisito il poter fare shopping anche la domenica. E' difficile far loro capire che se un diritto oggi viene tolto ad altri lavoratori, domani potrebbe toccare a loro. E soprattutto che esistono forme alternative per venire incontro ai consumatori senza danneggiare gli operatori del settore». Il libro si apre con un comunicato della Confesercenti di questo febbraio che dichiara che 25 mila piccole attività hanno chiuso i battenti nel 2016, anche per colpa della concorrenza sleale con i grandi operatori accentuata da questa norma. Proprio alcuni protagonisti del libro si accorgeranno nella quotidianità che nel loro paese i negozi a cui erano abituati stanno sempre più scomparendo, inghiottiti dai centri commerciali. E alla fine del romanzo è anche presente un confronto con la legislazione in materia dei principali paesi europei, da cui si evince la differenza sostanziale rispetto al “sempre aperto” italiano. «Vorrei che questo libro potesse servire ad aprire agli occhi anche a chi non vive quella situazione dall'interno: magari leggendo queste pagine, e scoprendo come funziona il lavoro in un supermercato attraverso gli occhi della neoassunta Deborah, si può prendere coscienza della realtà delle cose». L'elemento principale su cui punta il libro è l’idea di famiglia. Una famiglia che, a causa del lavoro, rischia di sfuggire di mano a molte delle protagoniste, ma che alla fine risulterà l'ancora di salvezza per riprendere in mano il proprio destino. Ma famiglia intesa anche come simbolo della dimensione più umana del lavoratore, quella che viene sempre più spesso ignorata. E il messaggio che ne esce è proprio quello che il confronto tra famiglia e profitto a ogni costo, che l'attuale legislazione fa pendere più verso il secondo elemento, dovrebbe invece risolversi nella supremazia del primo, se si vuole veramente salvare il paese. Il paese, non i suoi conti".

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