Finanzieri al Consorzio Venezia Nuova: avviata una nuova indagine fiscale sul Mose
La società di gestione del Mose di nuovo nel mirino delle fiamme gialle: ci sarebbe da raccogliere le prove di fondi neri antecedenti il 2009. Continua il lavoro della Corte dei Conti
Nuovo filone d'indagine al Consorzio Venezia Nuova, concessionario per la realizzazione del Mose, nella cui sede si sarebbero presentati giovedì gli uomini della guardia di finanza lagunare. Per le fiamme gialle, dopo lo scandalo su corruzione e tangenti, il lavoro non è ancora finito: come riporta La Nuova Venezia, infatti, le verifiche appena partite in Arsenale avrebbero a che fare con le attività del consorzio e delle sue imprese precedenti il 2009. Al momento, a quanto pare, i finanzieri starebbero cercando le prove di come siano stati accantonati altri fondi neri, soldi pubblici che sarebbero finiti nelle tasche di imprenditori e politici.
L'indagine "regina", quella scattata nel giugno 2010, ha poi portato alla scoperta di una situazione di malaffare diffuso, con una prima inchiesta a carico di Giovanni Mazzacurati per evasione fiscale e turbativa d’asta e i successivi sviluppi che videro coinvolti, tra gli altri, personaggi di primo piano nella scena politica regionale e nazionale come Giancarlo Galan, Giorgio Orsoni e Renato Chisso.
Altri illeciti erano emersi in seguito a verifiche nella sede della Comar scarl, sempre in Arsenale: una società che era stata costituita per gestire gli appalti relativi al sistema Mose, e che in realtà era diventata una macchina per intascare soldi derivanti dai ribassi delle gare. Così anche quest'ultima era finita sotto commissariamento. Sull'immensa ruberia di denaro pubblico nel frattempo continua a indagare la Corte dei Conti, e ora la Procura regionale ha chiesto a una trentina di persone di restituire quanto illecitamente guadagnato. Tra questi ex presidenti del Magistrato alle Acque, dirigenti e funzionari del Mav e del Consorzio, della Regione e dei ministeri.
