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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Chioggia

Volevano arricchirsi speculando sulla pandemia: incastrati e denunciati

Indebita percezione di erogazioni pubbliche. E' questo il capo d'accusa che ha portato ieri le Fiamme Gialle a sequestrare beni per un milione di euro. Cinque le persone che risultano indagate

Indebita percezione di erogazioni pubbliche. È questo il capo d'accusa che ha portato ieri la guardia di finanza di Padova a sequestrare beni e disponibilità finanziarie per un milione di euro. Cinque le persone che risultano indagate. L'operazione riguarda, in parte, anche il Veneziano e, nello specifico, Chioggia.

Le indagini

Dalla fine del 2020, gli investigatori hanno svolto indagini su due società, con sede a Nocera Superiore (Salerno) e Limbiate (Monza Brianza), che hanno dichiarato, durante il periodo del lockdown, di aver aperto delle unità locali a Correzzola, Verona e Bologna. Le nuove imprese nell'occasione hanno richiesto e ottenuto finanziamenti da diversi istituti di credito.

Lo schema illecito

Il modus operandi escogitato dagli indagati, quattro italiani e una donna romena, prevedeva l’acquisizione di società non più operative, formalmente intestate a prestanome, attraverso le quali venivano avanzate richieste di finanziamento. Per garantirsi il credito bancario gli indagati, tra i quali figura anche un consulente aziendale, hanno creato falsa documentazione contabile, gonfiando i bilanci delle società e predisponendo documenti relativi a progetti da realizzare. Inoltre hanno dichiarato di avere diversi uffici e, parallelamente alla richiesta di finanziamento alle banche, hanno richiesto la garanzia dello Stato concessa da apposito fondo a sostegno delle piccole e medie imprese, amministrato da Mediocredito Centrale Spa per conto del Ministero dello Sviluppo Economico e alimentato anche con l’apporto di fondi europei.

Gli indagati, al fine di evitare accertamenti, oltre a trasferire continuamente le sedi legali delle società hanno aperto conti correnti presso filiali di diversi istituti di credito di Candiana, Villafranca di Verona (Verona) e Chioggia (Venezia). Il denaro indebitamente ottenuto veniva immediatamente bonificato a favore di società di comodo, con sedi a Milano, Rodigo (Mantova), Padova, Piove di Sacco, Rosolina (Rovigo) e Nocera Superiore (Salerno), per poi essere dirottato verso conti correnti romeni, riconducibili, anche per interposta persona, agli stessi indagati. Al termine delle attività d’indagine, le persone coinvolte sono state denunciate. Il gip di Padova ha emesso un provvedimento cautelare finalizzato a sottoporre a sequestro beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di un milione. 

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