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Cronaca

Fincantieri e sindacati ancora in guerra per l'orario di lavoro

Nei cantieri di Marghera continua l'agitazione dei lavoratori, contrari ai nuovi turni decisi dall'azienda e pronti a difendere le proprie commesse

Continua la guerra interna tra Fincantieri e sindacati dei lavoratori. Il problema dei nuovi orari ha infatti innescato una lotta aperta tra l'azienda e i suoi dipendenti, che da tempo si sono dichiarati in “stato di agitazione”. Lunedì una nuova nota della Cgil ha riacceso il dibattito, promettendo ancora proteste se non si riuscirà ad arrivare ad una soluzione condivisa.

ORARI FORZATI - “La vertenza aperta da Fincantieri sugli orari è ad un punto morto – scrive la sigla sindacale - L’azienda continua a chiedere mano libera sugli orari di lavoro con l’introduzione dell’orario plurisettimanale, una ripartizione su 6 gironi dell’orario settimanale, il cosiddetto 6X6 e il 7X5 più 5 ore al sabato, senza relazione alcuna con il carico di lavoro e i problemi produttivi del cantiere. L’azienda chiede 176 ore di orario plurisettimanale, cioè 22 sabati comandati con 48 ore settimanali e nello stesso tempo può mettere in cassa integrazione fino a 325 lavoratori del cantiere. In un lavoro che resta tra i più gravosi dell’industria metalmeccanica l’azienda Fincantieri pretende di spostare la pausa mensa a fine turno obbligando operai, tecnici ed impiegati ad una prestazione continuativa, senza pause, per tutto il nastro di lavorativo”. 



LOTTA INTERNA - “L’azienda inoltre – continua la Cgil - non perde occasione per mettere in discussione il carico di lavoro assegnato al cantiere di Marghera: se il lavoro non viene confermato il cantiere si svuota, non ha continuità e potrebbe a breve riaprirsi la cigs per assenza di commesse. La minaccia riguarda soprattutto la commessa denominata Viking Star per la società armatoriale Viking Ocean Cruises, ufficialmente assegnata e già in lavorazione a Marghera. La Fincantieri ricatta i lavoratori e ha già provato a trasferire, due settimane fa, la commessa ad altro stabilimento nel tentativo di passare con il proprio progetto, piegando il sindacato, contrapponendo fra di loro i cantieri, innescando la guerra dei poveri tra i lavoratori. Inoltre, accampando ritardi produttivi, l’azienda chiede di esternalizzare ancora quote di attività di cantiere, di una commessa in costruzione, con nuovi appalti piuttosto che dare il lavoro ai dipendenti e ai cantieri del gruppo che sono in cigs e senza lavoro”.



PUNTO DI STALLO - “La RSU e il sindacato – prosegue la nota - per superare le difficoltà del cantiere di Marghera hanno dato ampia disponibilità ad affrontare tutti i problemi produttivi e di programmazione del lavoro per consentire lo sviluppo delle commesse e la consegna dei prodotti secondo le date e i tempi stabiliti. Per utilizzare maggiormente gli impianti ed accelerare le operazioni di taglio delle lamiere delle nuove navi, i lavoratori sono disponibili ad introdurre il terzo turno notturno alle macchine con un miglioramento della prestazione settimanale fino a 12 ore per addetto, a concordare di fronte ad esigenze verificabili l’orario plurisettimanale e i relativi recuperi, a rafforzare la turnistica in atto, a concordare le eventuali prestazioni straordinarie. Ma queste disponibilità non interessano all’azienda che le ha respinte e pare avere un unico obiettivo: scardinare le 40 ore settimanali, scaricare il differenziale competitivo, i mancati investimenti, sui lavoratori, prendersi il sabato come normale giornata lavorativa, negare il ruolo della Rsu sugli orari e sull’organizzazione del lavoro”.


ALTA TENSIONE - “Le scelte e gli atteggiamenti dell’azienda, non rispondono alle esigenze del cantiere perché non partono dai problemi concreti della produzione, ma trovano però il sostegno della dirigenza di fabbrica che non perde occasione per esasperare le tensioni interne, svilire il confronto con il sindacato, ricorrere alle forze dell’ordine, per sottrarre lavoro al cantiere ed impedire la protesta dei lavoratori. Lunedì mattina agenti della Digos erano presenti in cantiere dentro le officine, chiamati dall’azienda, che voleva portare via lamiere di una nave in costruzione per affidarle ad una ditta di appalto. Lo sciopero immediato dei lavoratori ha impedito che ciò avvenisse, e bisognerà continuare per impedire nuove, possibili, provocazioni.
Il sindacato, la Rsu, non si fanno intimidire e non intendono rinunciare a contrattare gli orari e la condizioni di lavoro, per tutti i lavoratori del cantiere e degli appalti, chiamati a svolgere orari di lavoro oltre ogni limite di legge e di contratto. Confermiamo – conclude la nota del sindacato - lo stato di agitazione di tutti i lavoratori con il blocco dello straordinario in previsione di una mobilitazione esterna al cantiere in difesa del lavoro, dei diritti e della dignità dei lavoratori”

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