Ultimo saluto a Ivano, assassinato a Venezia: "Le debolezze della vita saranno perdonate"
Funerale giovedì mattina nella chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, vicino all'ospedale di Venezia. Presenti amici e conoscenti, sulla bara la sciarpa delle brigate neroverdi
Sul feretro è stata collocata una sciarpa delle brigate neroverdi, la "vecchia guardia" dei tifosi del Venezia calcio. Una delle passioni di Ivano Gritti, morto all'età di 47 anni dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola in calle de le Chiovere, a Cannaregio. Il funerale è stato celebrato giovedì mattina nella chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, edificio religioso collegato all'ospedale Civile. Lo stesso in cui è spirato Gritti, che quando è stato ricoverato era ancora vivo. A sparare, nella notte tra l'8 e il 9 gennaio, è stato l'amico Ciro Esposito.
La cerimonia
Alcune decine di persone erano presenti dalle 10 per porgere l'ultimo saluto al veneziano, che viveva sull'isola della Giudecca ma che nell'ultimo periodo si era trasferito nell'alloggio della madre deceduta, confinante con quello dell'omicida. "Le leggerezze commesse per natura umana saranno perdonate", ha ricordato il parroco che ha celebrato la messa funebre. Un dolore grande soprattutto per la compagna, che nei giorni scorsi aveva messo per iscritto la sua sofferenza: "Mi sento persa. È dura senza te, mi manchi. Troppo silenzio c'è ora in questa casa. Un silenzio che distrugge".
L'omicidio
I motivi dell'episodio che ha portato alla morte del 47enne sono in via di ricostruzione da parte degli investigatori dei carabinieri. Era l'una di notte. Gritti ha bussato alla porta dell'amico 49enne, che all'improvviso ha preso tra le mani una pistola semiautomatica calibro 9 e ha sparato due volte attraverso il portoncino d'ingresso. Uno dei proiettili è stato fatale.