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Cronaca Marghera / Via della Pila, 40

Gli architetti aprono i loro studi a tutti, i ladri nella notte fanno razzìa

Giovedì visite agli uffici di "Pila 40" a Marghera. Dopo poche ore, però, il raid: "Siamo sconvolti". Una architetto: "In quell'hard disk anni di sacrifici"

Per far conoscere idee e progetti futuri hanno aperto i propri studi a tutti. Anche ai ladri purtroppo. E l'entusiasmo per le circa trecento persone che giovedì hanno affollato gli studi professionali di via della Pila 40 a Marghera è presto scemato.

In un vecchio edificio industriale ristrutturato, infatti, sorgono diversi uffici di architetti. Al ritorno al lavoro, venerdì mattina, ci si è accorti che qualcuno nella notte era penetrato nella struttura e aveva fatto razzìa di computer e materiale tecnologico. Un bottino da alcune migliaia di euro. Il tutto a poche ore dalla chiusura di "Marghera Open Studios Pila 40": fino alle 23 di giovedì, infatti, chiunque poteva visitare gli spazi dell'edificio, con piccoli momenti musicali e culturali.

Inevitabile il pensiero che durante l'evento qualche malintenzionato abbia tenuto gli occhi ben aperti e abbia controllato dove e cosa rubare, magari agevolando l'incursione notturna lasciando socchiusa qualche porta o finestra. Le forze dell'ordine intervenute sul posto, infatti, non avrebbero rinvenuto segni di effrazione. Un colpo studiato a tavolino. Pianificato nei dettagli. Anche perché la refurtiva era molto voluminosa.

Per andarsene i malviventi forse hanno sfruttato delle doghe in legno di un materasso trovate appoggiate in modo verticale a un muro di via dell'Azoto. La struttura potrebbe essere stata utilizzata come una scaletta. "Siamo sconvolti e dispiaciuti per quanto accaduto - dichiarano i responsabili di Pila 40 sulla loro pagina Facebook - aprire le porte al pubblico per far conoscere la nostra realtà non deve rappresentare un rischio per il nostro lavoro".

Colpo molto duro soprattutto per una giovane architetto donna, che oltre al computer si è vista "ripulita" anche di un hard disk esterno con all'interno i lavori (e i sacrifici) degli ultimi cinque anni: "Chiedo ai ladri di mettersi una mano sulla coscienza – dichiara – Che si tengano tutto il resto, ma me lo facciano riavere indietro in qualche modo".

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