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Cronaca

Sostituivano i quadri veri con delle stampe: sequestrate altre tre opere

Un trio di malviventi ha colpito per oltre dieci anni. Il 5 marzo scorso due sono finiti in manette, mentre il terzo è latitante. I carabinieri hanno scovato in Friuli altri tre dipinti trafugati

Era il 5 marzo scorso quando Claudio Mella, 56enne padovano dipendente della Soprintendenza ai Beni culturali euganea, e Claudio Celadin, 60enne veneziano che aveva lavorato in uno studio fotografico, sono stati arrestati dai carabinieri di Mestre. Latitante a Santo Domingo il "principe" di Santorini Cristiano Barozzi, 70enne del centro storico lagunare, molto "addentro" nel mercato nero dell'arte. I militari dell'Arma avevano interrotto l'attività criminale del trio, che da oltre un decennio, con l'aiuto di un domestico cingalese, rubava quadri di valore da alcune ville venete sostituendoli con delle copie. Le opere poi venivano "piazzate" clandestinamente.

Alla conclusione dell'operazione gli agenti erano riusciti a sequestrare una ventina di quadri delle 41 opere trafugate. Ora se ne aggiungono altri tre. Gli inquirenti, infatti, hanno risalito i passaggi di mano in mano dei dipinti e sono finiti letteralmente "nel salotto" di un collezionista d'arte pordenonese. Le nuove opere sequestrate ritraggono scorci di paesaggi e sono attribuibili ad artisti facenti parte della cerchia dei pittori Marco Ricci e Luca Carlevariis, artisti veneti vissuti a cavallo del ‘700, e sono valutati sui 220mila euro.   

Per ora l'uomo "in possesso" dei pezzi rubati non risulta indagato. I carabinieri comunque stanno continuando ad approfondire il "tragitto" dei quadri, "sostituiti" in una villa signorile in vicolo da Mula, a Dorsoduro.

 

L'attività illecità dei tre sarebbe iniziata nel 2001. E si contraddistingueva per numeri imponenti. Tre case depredate sono nel centro storico di Venezia: il colpo più simbolico è stato perpetrato nella Casetta Rossa di D'Annunzio, ai civici 2707, 2708 e 2709 del Sestiere di San Marco. Lì sono stati rubati 14 quadri e alcuni mobili antichi per un valore di 300mila euro. Non è andata meglio a un'abitazione in campo San Maurizio, "depredata" di nove dipinti per un valore di 250mila euro. In più l'abitazione di vicolo da Mula.

I tre sceglievano con cura come e quando colpire. Finivano nel mirino opere posizionate in zone d'ombra delle case, in maniera che i proprietari, spesso assenti, non si potessero accorgere che al posto di una tela dipinta c'era una serigrafia. Le tele venivano tagliate e al loro posto venivano inseriti i falsi, opportunamente anticati con delle vernici e tirati agli angoli da alcuni cunei. Nessuno si era mai accorto di niente perché veniva mantenuta la cornice originale.

 

 

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