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Cronaca

Rubò 83.700 euro ad un ristorante in centro storico, un'impronta lo smaschera: in manette

I fatti risalgono allo scorso maggio, quando il ladro, un romeno di 30 anni, aveva scassinato la cassaforte del ristorante Al brindisi di Venezia. Nella circostanza non era stato prudente

Era penetrato da un ingresso laterale, poi aveva scardinato la cassaforte fuggendo con tutti i soldi custoditi. Si era trattato di un vero e proprio colpo da ko quello subito a maggio dal ristorante Al brindisi di Campo San Geremia a Venezia, che si trova a dover far fronte ad un buco da 83.700 euro. Ma ora il responsabile del furto ha un volto e un nome. Si tratta del 29enne romeno C.I.B., identificato a seguito delle indagini del Commissariato di San Marco, e arrestato alle 8 di martedì mattina.

Ladro "poco prudente"

All'epoca dei fatti, il bandito si era intrufolato nel locale, forzando la cassaforte, presumibilmente con arnesi da scasso. Poi era fuggito con l'ingente somma, convinto di averla fatta franca. Nell'occasione, però, aveva commesso un errore non di poco conto, che l'ha di fatto incastrato: aveva lasciato più di un'impronta digitale che ha permesso poi di identificarlo, una sulla mattonella che copriva la cassaforte, altre su due bottigliette di the utilizzate durante il furto e lasciate ai piedi del forziere. Nel corso dei rilievi gli agenti erano riusciti a recuperare e repertare le parti lucide del rivestimento e delle bottiglie che il malvivente aveva toccato. Le successive analisi della Scientifica hanno poi permesso di estrarre porzioni di impronte che hanno portato all'identificazione del 29enne, non nuovo ai furti e alle manette.

Una lunga serie di precedenti

Le tracce lasciate dal ladro sono risultate quindi decisive per incastrarlo e emettere l'ordinanza di custodia cautelare. La perquisizione nella propria abitazione di Mestre in via Basilicata non ha dato risultati, in casa non c'era alcuna traccia di denaro contante. Gli investigatori presumono che il 29enne non abbia agito da solo, e si sia spartito il bottino con alcuni complici. Sono in corso anche ulteriori accertamenti da parte delle forze dell'ordine per verificare se lo stesso malvivente possa essere associato ad altri episodi simili avvenuti nel centro storico lagunare. Numerosi sono infatti i suoi precedenti specifici, così come gli arresti a proprio carico. L'ultimo in ordine cronologico risale allo scorso ottobre, a seguito di un furto pluriaggravato ai danni di un bar di Mestre per il quale sta scontando un obbligo di dimora. Nel suo "palmarès" vanta già un anno e 7 mesi dietro alle sbarre. 

In carcere

A seguito dell'identificazione del delinquente, il pubblico ministero che indaga sugli episodi ha richiesto al gip il provvedimento di custodia cautelare in carcere, ritenendo che la pena restrittiva possa essere l'unica in grado di scongiurare la reiterazioni dei reati. A maggior ragione in virtù del mancato rispetto delle restrizioni domiciliari dimostrato in passato che gli imponevano di non lasciare le "quattro mura" domestiche nelle ore notturne, quelle prefertie per la sua attività criminale.

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