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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Michele al Tagliamento

Fusti di vernice nel Tagliamento, l'Idv alza sospetti di ecomafia da Bruxelles

Il caso del ritrovamento delle 50 taniche di vernice nel fiume a San Michele. L'eurodeputato Zanoni: "Indagini serrate per scoprire chi, da due mesi, inquina i fiumi di Udine, Pordenone e Venezia"

"Spero che le forze in campo riescano a limitare le conseguenze di un episodio di inquinamento gravissimo. Invito gli inquirenti a non tralasciare alcun particolare che possa assicurare alla giustizia questi criminali, allontanando anche l’ombra delle ecomafie". Queste le dichiarazioni dell'eurodeputato Idv Andrea Zanoni sul caso dei 50 fusti di vernice, ritrovati nel fiume Tagliamento, all'altezza di San Michele. Il rinvenimento è stato fatto in due punti del corso d’acqua: uno a Isola Picchi, piccola enclave di Latisana dalla quale si accede dal territorio sanmichelino e l’altro nella zona di Marinella, fra via Case Nuove e via Rigolo Alto.A meno di un mese da due episodi analoghi accaduti a una manciata di chilometri da San Michele al Tagliamento, ovvero a Prà da Mano (Udine) e a San Vito al Tagliamento (Pordenone), una cinquantina di fusti tossici sono stati scaricati nel fiume. "L’aspetto più inquietante - sottolinea Zanoni - è che poco più di un mese fa sono stati scoperti oltre trenta bidoni di rifiuti bruciati sul greto del fiume Torre (Udine) e centinaia di litri di solventi e oli industriali a due passi dal fiume Tagliamento (Pordenone). A una manciata di chilometri da San Michele, quindi, mani criminali hanno compiuto gesti molto simili. È necessario svolgere approfondite indagini tenendo conto che i tre episodi potrebbero essere correlati e gli autori potrebbero essere gli stessi".

Il ritrovamento, avvenuto casualmente, è stato fatto da un ispettore della società Ambiente servizi Venezia orientale (Asvo). Le ipotesi fatte dagli inquirenti sono due: o qualcuno si è liberato dei fusti gettandoli nel fiume oppure, e questa è l’ipotesi più accreditata, sono stati abbandonati provvisoriamente sul terreno golenale e sono finiti in acqua a seguito dell’erosione che ogni anno rende più vulnerabili le sponde del fiume.

Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco del distaccamento di Portogruaro e quelli del nucleo chimico batteriologico Nucleo biologico chimico radiologico di Mestre che, con l’aiuto dei sommozzatori di Vicenza e Trieste, hanno iniziato le operazioni di recupero dei fusti. "È una corsa contro il tempo - conclude Zanoni, membro della commissione Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo - perché una possibile piena del fiume potrebbe riversare in mare la vernice con danni enormi all’ambiente. Secondo i tecnici sono notevoli le quantità di vernice già sversate in acqua con grave pericolo per le specie ittiche".

L’eurodeputato ha ricordato che a fine gennaio si sono verificati due inquietanti episodi di inquinamento ambientale a poche decine di chilometri. Lungo il greto del fiume Torre, al confine tra il Comune di Udine e quello di Pradamano (UD), erano stati ritrovati trenta fusti bruciati. A San Vito al Tagliamento (PN), tra la zona industriale Ponterosso e il corso d’acqua Tagliamento, gli inquirenti avevano rinvenuto una discarica abusiva di oli esausti e solventi, alcuni dei quali sversati sul terreno: 500 litri di olio industriale in tre barili, 200 litri di solventi contenuti in secchi e 100 litri di silicone chiusi in un centinaio di tubi.

L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) e quella del Friuli sono al lavoro per prelevare campioni di acqua anche sull’estuario del fiume, nei territori di Bibione (VE) e Lignano (UD). Per le indagini sull’accaduto si stanno muovendo Polizia Locale di San Michele, i Carabinieri delle Compagnie di Portogruaro e Latisana, la Polizia Provinciale e il Corpo Forestale dello Stato. Stanno collaborando anche gli Ufficio Ambiente dei Comuni di San Michele e di Latisana.

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