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Cronaca

Goletta verde: acque a norma di legge nelle coste venete

Legambiente ha presentato i risultati della campagna durante la quale sono stati effettuati prelievi in 11 zone, in mare e alle foci

Le coste venete presentano dati microbiologici tutti entro i limiti di legge: è l'esito delle analisi compiute da Goletta Verde, la campagna estiva di Legambiente sulla qualità delle acque, illustrate oggi a Venezia. Undici i punti campionati dai volontari lungo le coste, nella giornata del 19 luglio, di cui tre in mare, sette presso foci e canali e un punto nella laguna del Mort, a Eraclea. Complessivamente sono stati "testati" otto punti nelle località veneziane (oltre a Eraclea anche a Caorle, Cavallino Treporti, Chioggia, Eraclea e Jesolo) e tre nella provincia di Rovigo, tra Porto Tolle e Rosolina.

Un risultato positivo che, per Maurizio Billotto, vicepresidente Legambiente Veneto, «non è altro che la cartina tornasole del buon lavoro svolto in termini di depurazione lungo il litorale e nella bassa pianura». Quindi investimenti efficaci, ma questi parametri «ci fanno pensare che la grande siccità di questo periodo ha evitato che emergessero le criticità relative alla scarsa depurazione in diversi comuni della Pedemontana e della media pianura veneta». Il mare veneto, però, ha altri problemi, come evidenziato dal rapporto "Mare Monstrum", come la pesca illegale. Inoltre «non dobbiamo trascurare il tema della biodiversità; la tutela di specie e habitat ha anch'essa positive ripercussioni nel settore del turismo».

Secondo Stefano Raimondi, portavoce di Goletta Verde, l'esito dei campionamenti veneti «è un segnale incoraggiante ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché pensiamo che ci sia ancora da lavorare nelle aree dell'entroterra in termini di depurazione delle acque e infrastrutture collegate».

Nota dolente è l'informazione sulla qualità delle acque ai bagnanti: «In nessuno degli undici punti monitorati - fa presente l'associazione - è stata riscontrata la presenza della cartellonistica che indica i valori della qualità delle acque, ormai obbligatorio per legge da diversi anni. Inoltre, solo in due delle sette foci monitorate era presente il cartello di divieto di balneazione».

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