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Cronaca

Niente crociere in città? Categorie e sindacati: "Gravi conseguenze"

Lunedì in sede Confindustrria si sono riunite associazioni e sindacati: "No alle grandi navi? Ci sarebbero pesanti ricadute occupazionali"

“Sindacati e associazioni di categoria sono convinte che la città di Venezia non sia assolutamente messa a rischio dal traffico crocieristico, l’importante è che il passaggio delle grandi navi sia sviluppato attraverso soluzioni infrastrutturali adeguate e all’avanguardia”. E’ questa la presa di posizione emersa lunedì mattina dopo un tavolo nella sede di Confustria Venezia a cui hanno preso parte pure Confcommercio, Coldiretti, Confesercenti, Cna, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil e Camera di Commercio. Il dibattito torna dunque a tener banco proprio in vista dell’imminente discussione in Senato di una serie di mozioni in merito al transito delle Grandi Navi nel bacino di San Marco.

“Se quelle mozioni fossero approvate ci sarebbero pessime ricadute economiche ed occupazioni su tutta la Provincia di Venezia – si legge nella nota congiunta diffusa dopo l’incontro -. E’ importante dunque che pure le ragioni di sindacati e categorie vengano ascoltate in Parlamento. A fronte della forte crisi economica e occupazionale che il territorio sta vivendo – si legge - il primo e unanime pensiero di tutti i rappresentanti è quello di non voler perdere né ulteriori aziende né altri posti di lavoro. I numeri parlano chiaro – prosegue il documento -, dal 2015 si rischia una riduzione dell’occupazione di oltre 2500 persone. A questo si aggiunge anche il rischio di compromettere lo sviluppo dell’industriale, portuale e commerciale di Porto Marghera.

Secondo Confindustria e le altre associazioni di categoria, questa situazione di profonda incertezza porta in dote la concreta possibilità che dal 2015 Venezia non sia più inserita nei percorsi crocieristici. “Si rischia – concludono imprenditori e sindacati - un danno incalcolabile all’economia e all’occupazione veneziana che rischia di penalizzare, a cascata, altri porti italiani e allo stesso tempo avvantaggiare solamente porti esteri”

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