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Cronaca

Orsoni e grandi navi: "Verso Porto Marghera, non aspettiamo oltre"

Il sindaco spiega come attendere due o tre anni per decidere un eventuale nuovo canale potrebbe essere controproducente ed invita ad accelerare

Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, rimette mano ad una delle eterne problematiche della città, quella delle cosiddette “grandi navi”. Il dibattito sul tema, riacceso quest'estate prima dal passaggio di una crociera troppo vicina alla riva dei Sette Martiri (almeno secondo la denuncia dell'assessore Gianfranco Bettin) e poi dalle traversate dei “colossi del mare” in mezzo alla nebbia, sembra ora più teso che mai.

LA DENUNCIA DI BETTIN: "TROPPO VICINI ALLA RIVA"

POTENTE O IMPOTENTE? - “Mi vedo costretto – scrive il primo cittadino veneziano - ad intervenire nuovamente sulla questione delle grandi navi. È una litania continua: ovunque io vada, tutti mi chiedono perché il Comune di Venezia continui a farle passare davanti a San Marco. Alle mie spiegazioni tecnico-giuridiche, sulla impotenza del sindaco a fronte dei poteri ministeriali, percepisco nell'interlocutore un misto di incredulità e di commiserazione, non essendo comprensibile ai più l'esproprio da parte dello Stato della zona più importante del territorio comunale: del suo stesso cuore. Ho la netta convinzione che ormai la soluzione del problema non sia più differibile e, soprattutto, non sia più affrontabile in termini strettamente burocratici. La risposta data dal ministro delle Infrastrutture ad una recente interrogazione parlamentare ne è la dimostrazione. Infatti, a fronte dell'innegabile solerzia personale del ministro Lupi, l'apparato ministeriale rivendica con una non celata protervia competenze sulla gestione del territorio che certamente non gli competono. In particolare l'autorità portuale che pretende di subordinare al suo consenso l'impostazione generale del piano di sviluppo della città”.

IL VIDEO DELLO "STRUSCIO"

VALE LA CANDELA – “Il problema delle grandi navi – continua la nota del sindaco - non solo deve essere subordinato ai piani di sviluppo del porto (probabilmente sbagliati se ci si trova in questa situazione), ma non appare così urgente, come è percepito dalla gente comune. In questa impostazione si possono attendere tre o forse più anni necessari per studiare e realizzare un nuovo canale in mezzo alla laguna, la cui utilità nel lungo periodo è tutta da dimostrare. Mentre sale la preoccupazione per ciò che potrebbe accadere, come dimostra il recente episodio di un passaggio percepito come anomalo e giustamente stigmatizzato dall'opinione pubblica.
 È per questo che appare oggi più che mai indifferibile escludere dal bacino di San Marco il transito delle grandi navi, senza attendere la realizzazione di nuove mastodontiche opere. 
La soluzione, almeno in via provvisoria esiste, usando strutture e canali esistenti, anche se ciò può comportare maggiori difficoltà di gestione del traffico da parte degli enti competenti. Ma il gioco vale la candela. La soluzione immediata è soltanto quella di Porto Marghera. Le altre richiedono tutte tempi lunghi, incompatibili con la stessa credibilità di chi è delegato a gestire il Porto. L'amministrazione comunale – conclude quindi Orsoni - è su questa linea da molto tempo e non può che apprezzare la sensibilità dimostrata da chi interpreta il sentire della gente nel modo più diretto e spontaneo”.

"LA SOLUZIONE IN UN COMITATONE A OTTOBRE"

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