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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Le grandi navi restano in Bacino? Intanto si studia il nuovo canale

Proposta per eliminare i limiti di stazza e accogliere solo le navi più moderne, quindi le più grandi. Prosegue la progettazione del Vittorio Emanuele

Grandi navi, ancora tanti interrogativi e poche risposte certe. Si sta lavorando, come concordato tra il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente dell'autorità portuale Paolo Costa, alla variante progettuale che prevede di far passare le navi da crociera per il canale delle Tresse e il Vittorio Emanuele, per farle arrivare in Marittima: un progetto che, come riporta la Nuova Venezia, comporterebbe comunque lo scavo di due canali poco distante dal Contorta, lo scavo di un bacino di evoluzione e l'allargamento delle vie d'acqua fino quasi cento metri.

Per ora l’ingresso alla Marittima si fa sempre per San Marco e canale della Giudecca ma le navi in transito non superano le 96 mila tonnellate, come stabilito dal decreto Clini-Passera (anche se i limiti erano stati "cancellati" dal Tar): il calendario 2015 naturalmente è già pronto, ma ciò su cui si sta ragionando in questi giorni, anche in prospettiva futura, è di cambiare i criteri per stabilire quali navi possano percorrere il canale della Giudecca. Non più quelle più "piccole", ma quelle più sicure e meno inquinanti, che in realtà sono quelle più moderne e quindi più grandi. Anche quelle al di sopra delle 96 mila tonnellate, se il governo e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio accoglieranno le sollecitazioni delle compagnie: non più limiti di stazza ma divieti limitati alle navi di vecchia generazione. Così, almeno per un periodo transitorio, a San Marco si potrebbero rivedere i giganti del mare.

Una opzione che naturalmente fa inorridire il comitato No grandi navi, da sempre contrario a qualsiasi passaggio nel bacino di San Marco: "Esiste un voluto oscuramento delle soluzioni alternative alla bocca di Lido, di cui una attualmente in fase avanzata di valutazione in sede di V.I.A. nazionale, che dimostra, contrariamente a quanto vorrebbe far apparire la santa alleanza Brugnaro-Costa-Trevisanato, la possibile compatibilità tra la salvaguardia dell'ambiente lagunare e la conferma nonché l'aumento della occupazione, la permanenza dell'home port, con la piena attività della Marittima e l'innovazione tecnologica della logistica. Tutto con costi e tempi definiti".

L'idea del Vittorio Emanuele è nata come alternativa a quella del Contorta - Sant'Angelo, fortemente ostacolata dalle varie associazioni ambientaliste ma anche in parte dal parere della commissione di valutazione di impatto ambientale. Proposte che avanzano a fatica mentre si fa sempre più forte il pressing di chi, soprattutto le compagnie, chiede maggiore certezza sul futuro del comparto crocieristico in laguna. Il rischio, come è stato più volte ripetuto, è che Venezia sia tagliata fuori dalle rotte e perda la ricchezza che ne deriva. E quindi tanti posti di lavoro, che il neo sindaco ha più volte spiegato di avere tutta l'intenzione di preservare. La Venice Terminal Passeggeri nel frattempo ha diffuso dati confortanti sul 2014, ma il presidente Sandro Trevisanato ha ribadito che "l’incertezza sul futuro deve finire". Così per ora il decreto Clini-Passera che vietava il passaggio delle navi in aree sensibili rimane per Venezia ancora inapplicato, dato che la clausola di mettere in atto le alternative non è stata rispettata: Brugnaro e Costa ci riprovano con un nuovo percorso, nei prossimi giorni il responso.

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