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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I fioristi di Venezia contro i fruttivendoli che vendono crisantemi

La denuncia di un fiorista della Confartigianato San Lio: «È come se noi ci mettessimo a vendere anche bottigliette d’acqua, con la scusa che potrebbero servire per innaffiare»

Nemmeno con l’approssimarsi delle giornate di commemorazione dei defunti si ferma la "guerra dei fiori", la tentazione dei fruttivendoli di mettere margherite, piante varie, e in questo periodo pure crisantemi, in vendita tra frutta e verdura.

Questa volta a denunciare la situazione è Samuele Seno, fiorista della Confartigianato San Lio che esprime il disagio di un'intera categoria. «La furberia di alcuni fruttivendoli che senza scrupoli vendono anche merce che propriamente frutta e verdura non è, continua ormai da troppo tempo, e purtroppo per noi è sempre più un problema diffuso. - spiega - Di fatto è ormai diventata furba prassi, e per questo per i fioristi da episodio di colore è diventato un reale problema di concorrenza sleale, che nemmeno in questo particolare periodo dell’anno si ferma, anzi si diffonde».

La "guerra dei fiori"

La cosa non è di poco conto, perché per chi vende solo piante e fiori ornamentali per mestiere e per vivere - con tanto di regolare licenza ed esperienza decennale nel settore - convivere con questa prassi improvvisata è diventato un problema economico. «È come se noi fioristi ci mettessimo a vendere anche bottigliette d’acqua, - aggiunge Seno - con la scusa che potrebbero servire per innaffiare, o frutta e verdura definendoli vegetali ornamentali. Evidentemente porteremmo via clienti ad altri operatori. Il Comune si sta impegnando per il decoro della città e parla di una stretta sul commercio contro i negozi di paccottiglia, annunciando l'estensione degli ambiti di tutela anche oltre l'area marciana e di Rialto per limitare i negozi di cianfrusaglie. Bene, faccia un piccolo sforzo in più per mettere anche delle regole definitive sulla questione fiori, bòcolo e mimose compresi, perché se uno vende commestibili come frutta e verdura, non può vendere anche non commestibili come piante e fiori, o viceversa».

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