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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il gufo costretto a farsi i selfie con i turisti a Venezia, liberato e messo al sicuro

I carabinieri del Nucleo Cites lo hanno avuto in carico dalla polizia locale di Venezia e lo hanno affidato in adozione al Centro recupero fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena per garantirgli un’esistenza in ambiente idoneo

Quel gufo impaurito in posa in mezzo ai turisti per farsi scattare i selfie sul ponte dell'Accademia lo avevano segnalato dei passanti alla polizia locale, qualche giorno fa a Venezia. I vigili lo avevano individuato e messo al sicuro per farlo visitare dai veterinari dell'Ulss 3 e poi affidarlo alla custodia esperta dei carabinieri del Nucleo Cites dopo aver fermato il proprietario.

Quel rapace, un gufo comune (Asio otus), utilizzato dal proprietario ucraino per attirare e adescare i turisti che potevano farsi una foto con il volatile, pagando, è stato ora affidato in adozione al Centro recupero fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena: una struttura pronta a prendersi cura del giovane esemplare e a garantirgli un’esistenza in ambiente idoneo.

I carabinieri del Nucleo Cites, intervenuti al canile rifugio del Comune di Venezia dov'era stato temporaneamente collocato l’animale, hanno proceduto al riconoscimento e classificazione dell’esemplare che, tutelato dalla Convenzione di Washington, avrebbe potuto legittimamente essere portato in Europa solo se accompagnato da licenza di esportazione-importazione o certificato Cites Ue, qualora proveniente da Stati comunitari. I militari hanno accertato invece che il gufo era arrivato in Italia accompagnato da un passaporto Pet, riferito ad una scimmia, con tanto di indicazione di microchip, che poi non sarebbe stato riscontrato sull’animale (privo anche di anello identificativo) e da documentazione sanitaria riferita a diversi altri volatili, quali colombi e pavoni, tra l’altro scaduta.

Sotto la direzione della Procura in Tribunale a Venezia, il rapace è stato sottoposto a sequestro perché privo della necessaria documentazione e affidato temporaneamente al responsabile del canile rifugio, coordinatore della sezione Enpa per la provincia di Venezia, che ha allestito un ricovero idoneo per l’animale. Nei giorni successivi, su disposizione della Procura di Venezia, il personale del Nucleo Cites l'ha portato al "Pettirosso" di Modena, dove ha trovato un ambiente adeguato. I Nuclei Cites dell’Arma sono specializzati oltre che sulla corretta applicazione della normativa che protegge gli animali e le piante in via di estinzione (Convenzione di Washington), tutelano gli animali da ogni forma di maltrattamento e dal bracconaggio.

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