I tassisti si mettono di traverso dopo le accuse: "Nel caso querele"

"Non esiteremo, se lo riterremo opportuno, ad adire a vie legali per tutelare la nostra dignità". Non si è fatta attendere la risposta dei tassisti dopo che in una nota ufficiale del Comando della polizia municipale lunedì si metteva nero su bianco che in almeno tre casi gli appartenenti alla categoria avrebbero dichiarato che in caso di multe in orario di servizio al volante c'era qualche parente. Mogli o figli per esempio. Tanto che al termine degli accertamenti sono scattate le sanzioni per incauto affidamento.

Nel comunicato si sottolineava come altri casi sarebbero al vaglio degli agenti: "Apprendiamo con stupore del comunicato, si tratta di una violazione della legge comune a ogni categoria di automobilisti. Non si capisce quindi l'accanimento nei confronti dei conducenti di auto pubbliche. È noto il fenomeno - si legge in una contro-nota - tant'è che ufficialmente sono nella stragrande maggioranza mogli, e pensionati a violare il codice, e non vi sono ragioni per dubitarne. Pertanto non comprendiamo come debba essere sottolineato il fenomeno nei confronti dei soli tassisti, quasi che si voglia farli apparire peggiori rispetto ad altre categorie di automobilisti. Bisogna specificare che il taxi è un mezzo acquistato dal tassista con proprie risorse, e in molti casi, è l'unico veicolo in casa e la legge ne autorizza l'uso anche in forma privata. Non è comprensibile l'accanimeto del Comando dei vigili se non inquadrato nel generale clima di tensione che la categoria si trova ad affrontare con gli elementi burocratici del Comune (non con quelli politici). Da tempo chiediamo agli uffici preposti dei strumenti per lavorare meglio ed offrire un servizio migliore. Da tempo - si conclude - chiediamo un incontro con l'assessore preposto per lavorare insieme alla creazione una mobilità migliore".