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Cronaca

Prima i veneziani: arriva la corsia prioritaria agli imbarchi dei vaporetti Actv

Rivoluzione in laguna, i residenti avranno la precedenza sui turisti. Accesso separato sui pontili. Entro gugno l'avvio della sperimentazione voluta dal sindaco Luigi Brugnaro

Per i veneziani "doc" è tutt'altro che un problema da poco, soprattutto durante la stagione estiva: milioni di turisti si riversano in città, rendendo la vita difficile a chi utilizza i mezzi di trasporto per lavoro o per gli spostamenti quotidiani, ma anche semplicemente a chi cerca di camminare tra le calli. Provare per credere: in certe giornate particolarmente "calde" spostarsi da un punto all'altro di Venezia tramite vaporetto può diventare un'impresa, a causa della presenza di un numero eccessivo di persone, e in particolare dell'intralcio costituito dagli ignari e inesperti turisti. Non per niente i residenti lo vanno ripetendo da anni: d'accordo il turismo perché porta ricchezza, ma così i veneziani vengono lasciati per ultimi e spesso si trovano ad affrontare situazioni a dir poco complicate.

Da giugno, però, si cambia, almeno in via sperimentale. È l'idea del sindaco Luigi Brugnaro che, come riportano i quotidiani locali, intende mettere in moto una serie di iniziative per favorire gli spostamenti dei veneziani: residenti e pendolari da una parte, tutti gli altri da un’altra. E accesso garantito prima di tutto ai veneziani. Il provvedimento, infatti, prevede in alcuni degli approdi in Canal Grande delle corsie preferenziali sui pontili dei vaporetti Actv. La richiesta è stata inviata ad Avm, che dovrà occuparsi della progettazione di soluzioni da avviare entro l'estate.

Insomma, il primo cittadino tenta di dare priorità ai residenti per farli vivere la città meglio. Gli interventi dovrebbero partire alle fermate di piazzale Roma, ferrovia, Rialto, San Marco, Lido, Murano. Dopodiché sarà il pontoniere a regolare l’ingresso dei passeggeri, facendo rispettare la priorità e gestendo l’afflusso dei turisti. Un tentativo simile, per la verità, era già stato messo in atto dalla precedente amministrazione di Giorgio Orsoni, che in via sperimentale attuò una separazione degli accessi a Rialto: la cosa, però, naufragò poco dopo.

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