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Cronaca

"In laguna regna l'anarchia, le scuole nautiche non sono più all'altezza"

Lorenzo Boscolo, rappresentante dei marittimi veneziani: "Si stanno trasformando sempre più in istituti professionali. Ma serve mantenerne le specificità. Servono giovani preparati"

Il 25 giugno è stato dichiarato dall’International Maritime Organization (Imo) “Giornata mondiale del Marittimo”, di cui la prima immagine che salta alla mente è la figura del marinaio che gira il mondo. Proprio in occasione di questa giornata, Lorenzo Boscolo, presidente di Acnl (Associazione capitani navigazione lagunare) ha voluto sottolineare come a Venezia ci si ritrovi in una situazione di anarchia, dettata anche dal decadimento della specificità delle scuole che dovrebbero formare i marittimi". Sono molteplici le professioni che lavorano in mare aperto e nella laguna di Venezia: sono lavoratori marittimi tutti coloro che compongono l’equipaggio di navi, imbarcazioni o natanti adibite ad uso professionale; i piloti che operano nei porti; i marittimi imbarcati su “navi minori”; l’equipaggio delle imbarcazioni da diporto; il personale imbarcato su pescherecci; gli italiani imbarcati su navi battenti bandiera estera; i dipendenti in ruolo delle Ferrovie dello Stato imbarcati sulle navi traghetto. L’Imo ha voluto dedicare una giornata a tutto questo personale che, quotidianamente, trasporta o coadiuva il trasporto di merce e persone, un mestiere sempre meno considerato dalle Istituzioni, soprattutto in Italia che per natura dovrebbe invece vivere di mare.

"Il Mare noi veneziani lo esaltiamo nell’inno di San Marco celebrando le capacita professionali dei nostri commercianti-navigatori che fecero ricca Venezia - dichiara Lorenzo Boscolo - Eppure la ricca e gloriosa tradizione degli Istituti nautici veneziani sta lentamente sparendo: da Istituti nautici si stanno trasformando in semplici scuole professionali dei trasporti. Si è abbassata la qualità del percorso professionale e il nostro passato ce lo dimentichiamo quando, politicamente, qualche burocrate esalta il fatto che a bordo dei vaporetti ci sono laureati. Ben venga la cultura, ma a cosa serve sapere tre lingue se non si sa fare un nodo o non si conoscono a fondo le regole del mare?".

Secondo Boscolo, quindi, in laguna regna l'anarchia. "E’ diminuita la qualità formativa della professione marittima - sottolinea - si è persa la capacità politica di apprezzare la professionalità. Detto questo non giova sicuramente la lentezza del Ministero dei Trasporti ad adeguarsi alle normative internazionali ed europee creando continue difficoltà ai marittimi. Né giova la lentezza del Ministero dell’Istruzione ad adeguare le scuole professionali alle nuove professionalità che il mondo marittimo richiede. Pur in mezzo a tutte questa difficoltà ci sono ancora giovani che approcciano con speranza la professione del marittimo sia navigando in acque più “tranquille” sia facendolo in mare aperto. A loro - conclude - va tutto il nostro apprezzamento e augurio in questa giornata".

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