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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Punto di riferimento di Mazzacurati per il Mose, arrestato Incalza

Il super dirigente è finito in manette con l'accusa di corruzione su Tav ed Expo. Spunta anche l'appalto per l'autostrada Domodossola-Orte-Mestre

Era uno dei punti di riferimento per l'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati. Una figura chiave all'interno del ministero, Ercole Incalza, che quindi ha avuto numerosi colloqui telefonici con colui che, con le sue rivelazioni, fece scoppiare lo scandalo Mose. Decine le perquisizioni su mandato della Procura di Firenze, quattro le persone arrestate (tra cui lo stesso Incalza) e cinquanta gli indagati, nel cui elenco figurerebbero anche ex sottosegretari. L'operazione è stata condotta dai carabinieri del Ros, che lunedì mattina hanno fatto scattare le manette tra Roma e Milano.  

Incalza, 70 anni, ex super-dirigente del ministero dei Lavori Pubblici (ora consulente esterno) è stato sottoposto a custodia cautelare assiema al suo collaboratore Sandro Pacella e gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo. Secondo l'accusa sarebbe stato proprio Incalza, definito "potentissimo dirigente" del ministero dei Lavori Pubblici, dove è rimasto per 14 anni, attraversando sette governi fino all'attuale, il principale artefice del "sistema corruttivo". Sarebbe stato lui, secondo gli inquirenti, in qualità di 'dominus' della struttura tecnica di missione del ministero dei Lavori pubblici, ad organizzare l'illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, "con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti incriminati".

Nel mirino dell'organizzazione c'erano tutte le principali Grandi opere, in particolare gli appalti relativi alla Tav e alcuni riguardanti l'Expo, ma non solo. Le indagini, coordinate dalla procura di Firenze, sarebbero partite dagli appalti per l'Alta velocità nel nodo fiorentino e per il sotto-attraversamento della città. Da lì poi l'inchiesta si è allargata a tutte le più importanti tratte dell'Alta velocità del centro-nord Italia e agli altri appalti. Nel mirino anche la realizzazione dell'autostrada Domodossola-Orte-Mestre, su cui sono state eseguite perquisizioni.

Nell'ambito dello scandalo Mose, Mazzacurati allontanò ogni sospetto nei confronti di Incalza (che non fu indagato), spiegando che nel Ministero alcuni i soldi "sporchi" non li volevano. Però con lui ebbe frequenti conversazioni telefoniche, per esempio per far far pressing sulla nomina a magistrato alle Acque di persone gradite. La sua comparsa nelle intercettazioni dello scandalo Mose e dell'Expo indussero il Movimento Cinque Stelle a chiedere invano in Parlamento la sua destituzione. Gli indagati devono rispondere a vario titolo dei reati di corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti ed altri delitti contro la pubblica amministrazione.

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