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Cronaca San Donà di Piave / Via San Francesco

Rsa e istituzioni incontrano i parenti degli anziani della residenza degli indagati

Gremita mercoledì la sala Rita Levi Montalcini della struttura. Le paure e le denunce nonostante le rassicurazioni della dirigenza. «Ci sarà chi porterà via da qui i propri cari». «Le nostre segnalazioni non sono state ascoltate»

«Le nostre segnalazioni non sono state ascoltate». A parlare sono stati anche i famigliari ieri alla riunione voluta dai vertici di Isvo (società di gestione della casa di riposo), da quelli dell’Ipab "Monumento ai caduti", dall'Ulss 4 e dal sindaco Andrea Cereser. La sala Rita Levi Montalcini della Rsa di San Donà era gremita di parenti degli anziani ospiti dell' "area viola", quella dove operavano i sociosanitari che sono stati indagati. I vertici della casa di riposo hanno ripercorso i fatti che hanno portato ad agosto del 2022 all'apertura dell'inchiesta.

I primi episodi segnalati risalgono a quel mese e da lì è partita la collaborazione con l'Arma dei carabinieri nell'assoluta segretezza, ha spiegato la dirigenza della struttura, scusandosi per non aver detto niente ai famigliari. Alcuni fra i parenti sono stati informati dai carabinieri delle indagini in corso. E non appena le immagini delle telecamere piazzate nelle aree sospette della residenza hanno dato gli esiti temuti, sono partiti i provvedimenti. «Oggi non so chi si sta prendendo cura dei miei genitori - Racconta un uomo - Da maggio dello scorso anno vedo mia mamma mezz'ora per due volte alla settimana. Non so dove dorme, cosa fa, non ho mai visto la sua camera. L'ultima volta aveva un ematoma al ginocchio e mi hanno detto che era caduta da sola. Immagino che ora tanti vorranno portare via i parenti da qui. Si ha paura», dice nonostante le rassicurazioni appena ricevute.

La direzione ha garantito sulla formazione del personale, sullo scambio delle informazioni all'interno della struttura, sull'aumento degli orari delle visite dei parenti, che potranno, in presenza delle condizioni, andare a prendere i famigliari per portarli a casa a pranzo. «Mio suocero - racconta una donna - dopo dieci mesi non so se dorma da solo o con altri. Non sono a conoscenza di quello che mangia, di quello che fa. Perfino in piena estate in giardino potevo vederlo solo mezz'ora e non un minuto di più. Una volta l'ho pure trovato vestito felpato». «Ho mandato tre lettere per negligenze dopo il ricovero di mia mamma. Al Pronto soccorso l'hanno trovata disidratata. Aveva un'infezione e una piaga da decubito. Ora abbiamo paura». Intanto snche l'Ulss 4, dopo l'annuncio del Comune che si costituirà parte civile, sta pensando di avviare un'azione nei confronti dei responsabili.

«Quanto accaduto nella casa di riposo di San Donà - sostiene il segretario del Pd regionale Andrea Martella - deve indignarci collettivamente. Usare violenza, umiliare e maltrattare persone anziane è vile e indegno. Ci auguriamo che vengano accertate le responsabilità e puniti i responsabili. Ma c'è anche una considerazione più politica che va fatta. Il tema dell'assistenza alle persone anziane necessita di un ripensamento perché bisogna creare una rete di protezione sociale in grado di farsi carico dell'invecchiamento tutelando innanzitutto la dignità della persona. Va acceso un faro sulla condizione degli anziani in Regione e vanno utilizzate tutte le risorse disponibili anche quelle legate al Pnrr per migliorare la rete dei servizi, l'inclusione, l'assistenza».

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