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Cronaca

Confesercenti, saldi invernali: un buon 2016, ma non per tutti i commercianti

Secondo la tradizionale indagine sulle svendite di gennaio e febbraio, c'è una forbice tra i commercianti soddisfatti delle vendite e quelli che hanno notato dei ribassi rispetto al 2015

Seppur con una partenza un po’ sottotono, anche per le non favorevoli condizioni meteo che hanno  inizialmente spinto i cittadini a preferire gli spazi al chiuso, i saldi invernali 2016 stanno registrando un andamento positivo. Anche se non per tutti i commercianti.

La tradizionale indagine realizzata da Confesercenti su 100 attività commerciali del centro di Mestre dopo la prima settimana dell’avvio dei saldi 2016 ha infatti fatto emergere una forbice sempre più netta tra chi è soddisfatto dell’andamento dei propri guadagni. A fronte di un 24% di commercianti appagati dal positivo avvio delle sve ndite(per l'8% le vendite sono aumentate addirittura del 20% rispetto al 2015) c'è, infatti, ancora un 28% in difficoltà e che dichiara un’ulteriore riduzione delle vendite.

Dallo studio emerge dunque chiaramente come all’interno della stessa area, addirittura nella medesima via e per la stessa tipologia di negozio, conviva una percezione radicalmente diversa della ripresa in atto. “L’andamento di questi saldi - ha spiegato Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Veenzia - conferma la lenta uscita delle imprese dal tunnel crisi, che tuttavia può essere resa bene dall’immagine di un lunghissimo treno che sta uscendo con molta lentezza da una galleria: se i primi vagoni sono già all'aperto e vedono la luce, molti altri sono ancora nel buio".

L'analisi di Confesercenti conferma anche l'importanza del periodo dei saldi invernali, che rappresentano il 20-30% degli introiti complessivi annui e pertanto sono fondamentali per il bilancio delle imprese. Gli sconti praticati sono nella media degli anni passati (intorno al 30% con punte fino al 50 e oltre). Se abbastanza soddisfatti della attuale legislazione sulle vendite straordinarie (50%), anche grazie ad un calendario finalmente omogeneo con le regioni limitrofe, rimane comunque una consistente percentuale di operatori (38%) che considera le norme sui saldi inadeguate.

"Siamo chiaramente in un momento di transizione - ha continuato Franceschi - che rende ancor più necessaria una strategia comune che possa spingere ulteriormente le attività che hanno agganciato la ripresa e, dall’altro, aiutare quelle che sono più in ritardo ad avvicinarsi al gruppo dei primi. Si tratta di mettere in campo azioni e sinergie già note e sperimentate che, anche se non possono ovviamente sostituire la capacità, la competenza e l'esperienza degli operatori, rappresentano tuttavia le condizioni perchè siano valorizzate al massimo e possano servire ad una complessiva rinascita economica e sociale della città".
 

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