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Cronaca San Donà di Piave

San Donà, infermiera denunciata per inadempienze alle norme sul vaccino

I Nas di Treviso l'hanno trovata al lavoro nonostante fosse sospesa dall'Ordine. È risultato non in regola anche un fisioterapista di Scorzè

Un'infermiera è stata denunciata dai carabinieri a San Donà di Piave nel corso dei controlli sull'obbligo di vaccino anti Covid per gli operatori sanitari: i Nas di Treviso (nuclei antisofisticazione e sanità) l'hanno sorpresa la settimana scorsa al termine di un turno di lavoro notturno presso una residenza per anziani, verificando che risultava sospesa dall’Ordine della provincia di Trento per non essersi vaccinata. Era stato proprio l'Ordine a segnalare l'operatrice ai carabinieri, ipotizzando che stesse continuando a lavorare nonostante fosse sospesa. Si tratta di una donna sulla cinquantina, residente in provincia di Venezia, che operava all'interno della Rsa per conto di una cooperativa esterna. La donna si sarebbe poi vaccinata, ma formalmente non era stata riabilitata dall'Ordine.

Sono centinaia, nelle ultime settimane, i controlli eseguiti dai Nas di Treviso nel territorio di competenza (province di Venezia, Belluno e Treviso). Un'altra violazione è stata riscontrata a Scorzè, dove i carabinieri hanno eseguito un'ispezione nella residenza adibita a studio di un fisioterapista: l'uomo è risultato non ottemperante all'obbligo vaccinale e quindi multato amministrativamente per 600 euro, con comunicazione all'Ordine di appartenenza ai fini della sospensione.

A partire da novembre, i controlli hanno riguardato in tutto 6.600 professionisti sanitari in tutta Italia. Le verifiche hanno accertato che 308 di loro avrebbero svolto l'attività senza essere vaccinati; di questi, 135 (tra medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri e altri tipi di professionisti) sono stati denunciati per esercizio abusivo della professione. Nelle varie operazioni effettuate nella Penisola sono state anche eseguite chiusure e sequestri di 6 studi medici e dentistici nonché di 2 farmacie, al cui interno svolgevano l’attività professionisti già sospesi. In alcuni casi i carabinieri hanno sequestrato farmaci e dispositivi medici che erano utilizzati da soggetti non aventi titolo.

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