Un anno fa l'inizio dell'epidemia in Veneto
La sera del 21 febbraio morì Adriano Trevisan, 77enne di Vo' Euganeo (Padova), considerato la prima vittima del coronavirus in Italia
È passato un anno. Vo' Euganeo (Padova) 366 giorni fa scoprì di essere il primo cluster di coronavirus in Veneto e sperimentò per primo l'isolamento: due settimane in zona rossa. La sera del 21 febbraio, Adriano Trevisan, 77enne pensionato, muore a causa del virus. È considerato la prima vittima di coronavirus in Italia. Seguono giorni di paura e preoccupazione, le persone si riversano nei supermercati per fare scorte e dieci giorni dopo l'Italia si ritrova costretta in un lungo lockdown, che terminerà solo tre mesi dopo.
I numeri dell'ultimo anno sono tristemente quelli di un bollettino di guerra. Dopo 12 mesi in Veneto si contano 326.051 persone contagiate accertate, quasi 10mila (9711) sono i deceduti. Nella sola provincia di Venezia si contano 52.432 contagiati da inizio pandemia, 1683 sono invece le vittime.
Si sono susseguiti Dpcm e ordinanze restrittive, un'estate per molti dissennata e il ritorno nella paura con l'inizio dell'autunno. In soli 11 mesi gli scienziati sono riusciti a trovare un vaccino, - sono 3 quelli approvati da Ema - ma la produzione va a rilento e le dosi promesse dalle aziende farmaceutiche tagliate, rendendo difficile una programmazione parsa difficile sin dal principio. E ora in Italia si teme per la variante inglese, non tanto per l'aggressività, simile a quella dei ceppi normali, ma in grado di diffondersi più rapidamente. In due parole, più contagiosa.