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Cronaca

Muore il marito: l'Inps le toglie l'assegno e chiede gli arretrati

Con la pensione di reversibilità una 60enne mestrina avrebbe perso il diritto all'indennità per l'invalidità parziale. Ora dovrebbe restituire quasi 4 mila euro

È gravemente malata, costretta a lottare contro quattro tumori, motivo per cui aveva ottenuto dall'Inps un assegno mensile per l'invalidità parziale. Dopo la morte del marito, nel marzo scorso, è arrivata anche la pensione di reversibilità minima. Ora, secondo la legge, non avrebbe più diritto alla prima. Lo riporta la Nuova Venezia.

Protagonista della vicenda è una 60 enne di Mestre, residente in un alloggio di proprietà dell'Ater, che nei giorni scorsi si sarebbe vista recapitare una missiva dall'Inps: nella lettera non solo le sarebbe stato annunciato l'annullamento dei 286 euro mensili di invalidità, ma in più le sarebbe stata chiesta la restituzione di oltre 3.700 euro percepiti nel 2014 senza averne avuto diritto.

Comprensibile l'incredulità della signora, che dopo la morte del marito riceve 460 euro al mese di pensione di reversibilità: non una grande cifra, che però porta il suo reddito annuale a superare la soglia di 4.805 euro lordi. Questo le toglie il diritto all'assegno di invalidità parziale.

Ora alzano la voce i responsabili dello sportello handicap di Rifondazione Comunista, ai quali la donna si sarebbe rivolta cercando aiuto. Inammissibile, spiegano, che ci si continui ad accanire contro la povera gente, cercando di far cassa con chi ha già poco. Eppure l'Inps avrebbe soltanto applicato la legge: superata la soglia massima di reddito, scatta la revoca dell'assegno. Un limite che non esiste in caso di invalidità totale.

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